Risolto il problema del luogo dove vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, senza dover per questo fare chilometri in auto. Il sindaco Pino Firrarello e il commissario provinciale per l’emergenza Covid, Pino Liberti, hanno risolto insieme un problema che non solo a Bronte, ma nell’intero versante nord dell’Etna, stava diventando particolarmente sentito. Non vaccinando l’hub di viale Catania, a Bronte, i bambini di questa fascia di età e preferendo l’Asp inoculare il siero in ambienti sicuri, era stato indicato come centro vaccinale per l’intero versante nord dell’Etna l’ospedale di Biancavilla, primo ospedale di base a servizio del territorio. L’ospedale di Bronte, infatti, è un ospedale di zona disagiata. Per bambini e genitori di conseguenza l’obbligo di doversi spostare a Biancavilla per vaccinare i propri figli. «Non l’ho ritenuta una decisione giusta nei confronti dei cittadini miei e di questo territorio – ha affermato il sindaco Pino Firrarello –. Era ingiusta per tanti motivi e non solo per il problema di doversi spostare, ma perché ritengo sbagliata l’organizzazione dilagante della sanità italiana che costantemente concentra in un unico ospedale determinati servizi che invece devono, per la loro peculiarità, rimanere capillari nel territorio.
Andare tutti a Biancavilla avrebbe significato non solo lo spostamento di tante persone, ma anche il rischio di provocare assembramenti e di intasare il servizio. Così ho immediatamente telefonato a Pino Liberti, che ringrazio, e dopo appena qualche minuto di conversazione abbiamo trovato la soluzione. Lui – specifica Firrarello – mi ha chiesto se nell’ospedale di Bronte fosse presente un reparto di Pediatria. Rispondendo io positivamente non ha avuto dubbi. Bene – mi ha detto – da lunedì (domani, ndr) le vaccinazioni per i bambini dai 5 agli 11 anni verranno effettuate nell’unita operativa di Pediatria dell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte». L’idea risolve un bel problema che per giorni ha assillato tanti, provocando anche le più diverse soluzioni, come per esempio quella di vaccinare i bambini in ambienti non sanitari. «Meglio che vengano vaccinati in luoghi sicuri –ha concluso Firrarello – e preparati per effettuare qualsiasi prestazione sanitaria come un vaccino. Per i bambini che sono il nostro futuro, dobbiamo fare il meglio».
Nell’hub di Bronte, intanto, continuano le vaccinazioni. Forse spinti dalle restrizioni, quasi ogni giorno sono più di 500 le persone che si sottopongono al vaccino e fra questi in tanti inoculano la prima dose. Una barriera in più nei confronti di questo maledetto coronavirus che tutti sperano perda in virulenza anche grazie alla campagna di vaccinazione. Fonte “La Sicilia” del 16-01-2022