La scena è la stessa che da qualche anno si vede ogni inverno. I rigogliosi frutteti di Bronte posti sulla sponda orientale del fiume Simeto sono stati praticamente inondati dalla piena del fiume che si è formata con le piogge ingenti di domenica notte. Come ormai amara consuetudine, l’intero territorio tra contrada Barbaro e il ponte di Pietrarossa è stato devastato dalla furia delle acque, allagando aziende e case rurali e trascinando detriti di ogni tipo. Gli agricoltori quasi non protestano più. Si limitano a rimarcare l’impressione di essere abbandonati dalle istituzioni e penalizzati da quelle norme che, in nome della giusta salvaguardia della natura, impediscono loro di eliminare i detriti che ormai dominano il centro del letto del fiume, spingendo l’acqua ai bordi sui frutteti. E come ogni anno a verificare i danni Angelo Spitaleri, della Protezione civile del Comune, assieme al presidente del Consiglio comunale, Nino Galati. E dal sopralluogo è emerso che quest’anno il fiume non ha soltanto allagato case e frutteti, ma divorato completamente una strada rurale asfaltata e incredibilmente lesionato il enorme pilastro a difesa di quelli che un tempo erano gli argini del fiume. «Il fiume si è ingrossato durante la notte – ci dicono alcuni agricoltori – e come sempre è stato un inferno. Abbiamo vissuto attimi di paura per la forte pioggia, il vento e i fulmini. Viviamo questa paura ogni inverno». Il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, che ieri si trovava a Palermo per motivi istituzionali, ha seguito telefonicamente passo passo gli interventi della Protezione civile. «L’argine orientale del fiume Simeto va certamente messo in sicurezza – ha affermato – non a caso abbiamo inserito i lavori di costruzione degli argini nel piano triennale delle Opere pubbliche. In quella zona vi sono agricoltori che hanno investito risorse e che ha valorizzato poderi. Non è giusto ogni hanno vedere sacrificate le proprie energie e i propri investimenti. Tutto l’argine va ristrutturato. Se ha ceduto un pilastro che sosteneva le vecchie briglie, mi domando cosa accadrà con la prossima piena e tutti sappiamo che i mesi di febbraio e marzo sono quelli in cui il fiume si ingrossa di più. La Regione deve aiutarci. Vicino al fiume si coltivano i migliori frutteti della valle. Noi faremo di tutto per tutelare il comparto». Fonte “La Sicilia” del 24-01-2017