E’, per importanza, la seconda chiesa di Bronte dopo la Matrice. Se ne hanno notizie fin dal 1574 in occasione di una visita pastorale di monsignor Torres, vescovo di Monreale, dalla quale Bronte dipendeva, e il suo interno è famoso per le geometrie dei fregi e la raffinatezza degli ori. Purtroppo però da circa 10 anni è chiusa al culto perché considerata pericolante dalla Protezione civile. Parliamo della chiesa del Rosario, dove un pericoloso avvallamento del pavimento nella navata centrale e diverse criticità nella cupola hanno impedito a fedeli e turisti di entrarvi. Adesso però sembra che sia finalmente arrivato il momento di restaurarla. La Regione, infatti, ha finanziato 800 mila euro per riportare la chiesa sicura dal punto di vista statico. A darne notizia è il sindaco Graziano Calanna, che non nasconde la propria soddisfazione. “Come promesso – afferma – martedì sera il presidente Crocetta e la Giunta regionale hanno deliberato di finanziare 800 mila euro per la ristrutturazione della Chiesa del Rosario. Con delibera del 5 luglio 2016, infatti, ha finanziato la ristrutturazione della chiesa nell’ambito delle risorse per il Patto per la Sicilia. Ringrazio il presidente e la Giunta per aver accolto le continua sollecitazioni della mia Amministrazione”. E i lavori prevedono di irrobustirne in maniera massiccia le strutture portanti con l’obiettivo di restituirla al culto. Si interverrà per rendere stabili pilastri e pavimenti con particolare attenzione alla cupola, oggi considerata poco sicura. Del resto, da quando è stata dichiarata inagibile, si è intervenuto soltanto sul tetto per eliminare le infiltrazioni d’acqua. “Bronte – conclude Calanna – è particolarmente legata alla Chiesa del Rosario. Posta al centro della via Umberto tutti la ricordiamo soprattutto per i marmi dei suoi altari ed i grandi quadri. Al pari delle altre chiese la consideriamo dal grande valore perché è una vera galleria d’arte con affreschi anche del brontese Nunziato Petralia”. Fonte “La Sicilia” del 07-07-2016