Arriva la replica del presidente del Consiglio Comunale di Bronte, Antonino Galati, all’articolo apparso sul nostro quotidiano in data 17 agosto scorso, dal titolo “Demanio Gurrida, le mucche uniche proprietarie”, che ha portato alla luce alcune situazioni. Galati, facente parte del Corpo Forestale della Regione, replica ad alcuni concetti esposti nell’articolo, a suo dire riportati in maniera errata e che possono creare ingiusti sospetti. «Il demanio Gurrida è grande 590 ettari – scrive – di questi 500 vengono concessi a pascolo nel pieno rispetto delle norme e con aggiudicazione di una gara d’appalto. Dei restanti 90 ettari, 75 sono utilizzati per il rimboschimento e 15 alla coltivazione spontanea da fieno. Proprio in questi 15 – continua Galati nella lettera – ogni anno viene effettuato lo sfalcio del fieno, che viene tagliato ed imballato da chi si aggiudica la gara che l’Azienda effettua. Ed è consuetudine che chi si aggiudica la mietitura del fieno, per rendere l’area più pulita e sicura con il consenso verbale delle autorità competenti permetta alle sue mucche di brucare l’erba rimasta per un breve periodo di tempo. Una pratica consentita da oltre 30 anni in una zona molto ristretta in cui il pascolo non arreca nessun danno, e in cui i vincoli idrogeologici non sono contemplati in quanto ciò è valido solo nelle aree in cui ciò può provocare il dissesto e non in una zona pianeggiante».
«Riguardo ai due rifugi presenti – conclude la missiva – essendo gli stessi all’interno dell’area dedita al rimboschimento dove avviene quindi la crescita degli alberi e in cui il pascolo è vietato così come l’ingresso all’uomo, non possono essere attualmente utilizzati. fino a quando gli alberi non raggiungeranno una certa altezza e una certa età sarà impossibile consentire la fruizione turistica e naturalistica». Infine, il presidente Galati, tiene a sottolineare come, a suo dire, l’articolo riporti questioni in maniera errata. R.P. Fonte “La Sicilia” del 08-09-2019