Da circa 2 mesi, anzi esattamente dall’8 novembre, sui monti Sartorius, in un angolo del Parco dell’Etna dove la natura incanta, domina “La stele della pace nel Mediterraneo”. Un’opera statuaria in pietra lavica fatta istallare dal Rotary Club Passport Mediterraneèe District 2110 per trasmettere un messaggio chiaro e inequivocabile. Si tratta, infatti, di 2 blocchi di pietra lavica dall’apparente diversa origine, uniti da una base anch’essa di pietra etnea che rappresenta metaforicamente l’unità nella diversità. Chi ne ammira la bellezza capisce che si tratta di un’opera, dalla grande forza comunicativa, che non vuol essere solo ambasciatrice di pace per tutta l’umanità, ma anche annunciatrice di amore, armonia, libertà, amicizia e soprattutto di felicità. Valori, anzi emozioni, che si sprigionano dall’apparente dura e grezza pietra lavica grazie all’abilità del suo scultore, ovvero il maestro Nicola dell’Erba di Bronte. Il Rotary non lo ha scelto per caso. Nicola, da sempre, riesce a tirare fuori da un semplice, duro ed apparentemente inespressivo blocco di pietra lavica quello che lui stesso definisce una sorta di cuore e anima. Riesce a plasmare la pietra come pochi per darle vita, contenuti e significati.
Non per niente molte delle sue opere continuano a valicare i confini nazionali, facendo conoscere nel mondo la grandezza di chi, più che artigiani della nostra terra, dovremmo a ragione definire artisti: «Sono felice – ci racconta – di avere realizzato “La stele della pace nel Mediterraneo”. Mi fa piacere – continua – sapere di essere riuscito a trasmettere quei valori in quest’opera. Io dico sempre che un blocco di pietra se lavorato prende la forma di un’idea. E l’idea fa sì che quel blocco di pietra, modellato e assemblato, acquisisca un’anima, capace di trasmettere emozioni che si tramanderanno nei tempi». E a Bronte sono tante le sue sculture e tutte sono riconoscibili, esattamente come “La stele della pace nel Mediterraneo”, ormai icona attraverso la quale l’Etna, oltre che forza e vigoria, comunica pace. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 05-01-2025