Più di un fatto di cronaca o della realizzazione di un’opera pubblica. La notizia che una ragazzina di 17 anni è stata salvata dai medici dell’Ospedale di Bronte, ha presto fatto il giro della cittadina, raccogliendo consensi e soddisfazione. Questo a dimostrazione di quanto il territorio consideri importante l’ospedale di Bronte a fronte delle politiche regionali che, invece, fino ad oggi ne hanno provocato il depotenziamento. In tanti si sono chiesti come sia stato possibile salvare d’urgenza la ragazzina in un ospedale dove spesso mancano i medici e molti servizi sono sempre sospesi. La risposta è semplice. Oltre ai chirurghi, ampio merito va dato al dottore Giuseppe D’Amico del Pronto soccorso e al dottore Ernesto Di Francesco del Laboratorio analisi, all’ecografista Carmen D’Amico, ma soprattutto alla presenza in ospedale dell’anestesista. Per fortuna nel Castiglione Prestianni di Bronte, da un po’ di tempo operano in convenzione gli anestesisti dell’ospedale San Marco di Catania. Per questo all’arrivo in urgenza della paziente in ospedale si trovava la dottoressa Giusy Platania. È stata lei a “gridare preoccupata” che non ci sarebbero stati i tempi per un trasporto protetto in un ospedale più attrezzato. È stata lei a preparare tutto per l’intervento poi effettuato magistralmente dai chirurghi Sebastiano Caramma e Loreto Argento. Senza l’anestesista e senza gli altri medici, forse il “miracolo” che tanto ha fatto gioire i brontesi e non solo, non ci sarebbe stato.
E allora la domanda che in questo momento tutti si pongono è: visto che spesso i servizi dell’Ospedale vanno a singhiozzo, a causa della mancanza di medici, perché non si ricorrere sempre e per ogni reparto carente al sistema della convenzione con gli ospedali più attrezzati? «Se la gente lo chiede adesso – afferma il sindaco Pino Firrarello – io da anni lo ripeto a tutti. L’ho detto all’assemblea dei sindaci riuniti a Catania per affrontare i problemi sulla Sanità. L’ho ripetuto nella sede dell’Asp e all’Università, ottenendo il sì da parte del Rettore per ottenere che i medici del Policlinico effettuassero dei turni a Bronte. Continuerà a battermi per l’ospedale di Bronte. Tutti coloro che abitano in provincia non possono accettare che nella Città di Catania vi siano ospedali con piante organiche in esubero e noi non riusciamo a garantire i servizi. Del resto, Catania vanta oltre 300 mila abitanti, ma in provincia ne risiedono circa 800 mila». L.S Fonte “La Sicilia” del 06-02-2024