Sono stati il sottosegretario di Stato al ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giuseppe Castiglione ed il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, a tagliare per primi la lunga torta al pistacchio che i pasticcieri di Bronte hanno preparato per i visitatori, in occasione della giornata conclusiva della 24ª sagra del pistacchio. Con loro il presidente del Consiglio comunale Salvatore Gullotta, la Giunta al completo e numerosi consiglieri comunali. Una sagra, appena disturbata dal maltempo (ieri ha piovuto soltanto un’ora dalle 13 fino a circa le 14 e poi dopo le 19) che ha registrato un gran numero di presenze, premiando l’organizzazione che è stata perfetta. Ha funzionato l’intera progettazione e realizzazione della festa, studiata nei dettagli dal vicesindaco Melo Salvia, hanno funzionato i percorsi turistici organizzati dall’assessore Mario Bonsignore con oltre 800 prenotazioni, ha funzionato la manifestazione “La scuola scende in piazza” con gli istituti invitati dall’assessore Maria De Luca, ed è stato impeccabile anche il servizio di pulizia del paese, tornato di competenza del Comune e quindi dell’assessore Biagio Petralia. Insomma è stato un successo di squadra. Migliaia le presenze nei 2 week and e ieri mattina alla festa ha partecipato anche l’assessore regionale Dario Caltabellotta. «È stato un evento grandioso – ha affermato il sindaco Firrarello – Qui ci sono 4.000 produttori, oltre 1.500 trasformatori di pistacchio. La festa è soprattutto per loro». «La Sagra del pistacchio è diventata forse più grande di noi. – afferma il vicesindaco Salvia – Chiudiamo questa festa guardando le piazze e le vie gremite di gente e pensiamo già alla Sagra d’argento. E questo non perché il pistacchio non sia più l’oro verde, ma perché l’anno prossimo sarà l’edizione n. 25 della Sagra». Anche il sottosegretario Castiglione guarda al futuro: «Mi complimento con i produttori per aver perseguito la linea della qualità. – ha affermato – Noi siamo fieri di alcune scelte che hanno fatto acquisire al pistacchio di Bronte la Dop e lo hanno fatto diventare un presidio slow food. Adesso guardiamo al futuro perché ancora è possibile fare molto».
L. S. Fonte “La Sicilia” del 07-10-2013