Un caso di amore malato, ammesso che di amore si possa parlare, con tutti gli aspetti più assurdi che possono accompagnare l’ennesima violenza sulle donne. L’ennesima brutalità cruda che proviene dal compagno che abita sotto il suo stesso tetto, ovvero dall’uomo che dovrebbe proteggere la sua donna e che invece la picchia e se ritiene che le botte non bastino, riesce pure a tirare fuori la pistola dalla fondina pur di ottenere quel che vuole. E’ accaduto a Bronte, dove una guardia giurata di 30 anni di Adrano è stata arrestata con l’accusa di violenza sessuale aggravata, maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni aggravate. La donna ha subito fin che ha potuto. Poi stanca si è rivolta ai carabinieri della stazione di Bronte, i quali, constatata la gravità dei racconti, hanno agito celermente, sapendo che dopo la denuncia arriva per la donna il momento peggiore, ovvero quella paura cupa che la avvolge, perché l’aggressore sarà pure braccato, ma la vittima è sola. Così in pochi giorni è arrivato l’arresto. La denuncia è avvenuta a metà luglio e ieri è arrivata l’ordinanza di custodia cautelare a carico dell’uomo da parte del Gip del Tribunale di Catania. Le violenze sarebbero iniziate nel novembre del 2012 e sarebbero durate fino a pochi giorni fa. La donna ha raccontato di essere stata ripetutamente aggredita, picchiata e costretta a sottostare ai desideri sessuali del convivente che, come detto, si è spinto a minacciarla anche con la pistola d’ordinanza. Per le botte ricevute la vittima è stata anche costretta alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, cui i carabinieri si sono rivolti per avere i referti e una ulteriore prova. Nella mattinata di ieri l’arresto. La donna non viveva più con lui e l’uomo che non sapeva di essere stato denunciato, alla vista dei carabinieri è rimasto sorpreso. Adesso è stato trasferito nel carcere catanese di piazza Lanza. Sarà la Magistratura a verificare le prove a suo carico e decidere sul suo futuro.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 30-07-2013