Sperava di essere nuovamente assunto dopo la scadenza del contratto di un mese di lavoro presso il cantiere per la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri. Invece mercoledì sera alla fine del turno il capocantiere gli ha comunicato che non avevano più bisogno di lui. Così Alfio Pinzone, operaio edile di 46 anni, padre di 2 figli di cui uno di 6 anni, ieri mattina alle 7 si è incatenato all’ingresso del cantiere. «Non lavoro da un anno – ci dice – Mi avevano promesso il rinnovo del contratto, invece mi hanno gettato per la strada». Sul posto di buon mattino sono arrivate le organizzazioni sindacali, i carabinieri, ed il vice sindaco di Bronte, Melo Salvia, che ha convinto l’operaio a desistere momentaneamente dalla sua protesta. Così intorno le 9 del mattino l’operaio ha aperto il lucchetto che bloccava una grossa catena al suo braccio, permettendo agli operai di riprendere le attività di cantiere. «Non capiamo – ci dicono il sindacalisti Rosario Portale e Nino Barbera della Filca Cisl e Salvatore Papotto della Fillea Cgil – come possa una impresa titolare di un appalto i cui lavori da programma devono concludersi nel maggio del 2011 assumere gli operai per appena un mese. I contratti vanno fatti fino alla fine del lavoro». Più duro il sindaco Pino Firrarello che ha chiesto di incontrare i vertici delle 2 imprese di Catania e Paternò titolari dell’appalto: «Vi dico di più – ha infatti affermato il primo cittadino – è assurdo che un’impresa che si aggiudica un appalto in un Comune non assuma almeno il 50% della manodopera locale. Capisco gli interessi di impresa e tutte le ragioni di questo mondo, ma in un momento come questo non è ipotizzabile che un grosso lavoro come quello della caserma dei carabinieri non dia lavoro a tanti brontesi».
L. S. fonte “La Sicilia” del 02-07-2010