“Ma la Regione siciliana intende chiudere l’ospedale di Bronte?”. A porsi l’interrogativo è il consigliere comunale Salvatore Calamucci, che lascia ad una nota il compito di trasmettere i propri sospetti. E, poiché la somma di vari indizi lascia, quasi sempre, trasparire una verità, per Calamucci è il momento di preoccuparsi. “Nonostante gli impegni formali e le dichiarazioni rilasciate da diversi rappresentanti politici – spiega nella missiva – mi sorge il dubbio che l’ospedale di Bronte sia stato dimenticato e questa impressione è suffragata da un paio di circostanze che mi hanno fatto preoccupare. Apprendo, infatti, con stupore, da un articolo di stampa, che sono stati sbloccati 400 milioni per le Aziende sanitarie provinciali siciliane. Si tratta di fondi dell’Accordo di programma quadro, congelati dal 2002″. ” A beneficiarne – continua – saranno molti ospedali siciliani, ad eccezione di quello di Bronte. Al “Garibaldi” arriveranno 5,7 milioni di euro, al Cannizzaro 12,2 milioni, al Policlinico 12,7. Ma arriveranno anche 4,2 milioni di euro agli ospedali di Acireale, Palagonia, Paternò e al San Giovanni Di Dio di Giarre. Nella lista manca l’ospedale di Bronte, che certamente necessità di risorse ed investimenti. Mi auguro – conclude – che si tratti di una dimenticanza, altrimenti sarebbe la prova che a rischio non è solo il “punto nascita”, ma l’intero ospedale”. E questo è solo uno degli indizi resi pubblici da Calamucci. “Sempre da un articolo di stampa – continua – apprendo che il “punto nascita” dell’ospedale di Nicosia, a seguito di un incontro con l’assessore regionale Gucciardi, ha ottenuto garanzie sul suo mantenimento”. “In più – prosegue Calamucci – l’assessore ha autorizzato le assunzioni del personale sanitario per il funzionamento dell’ospedale del Comune dell’ennese. Bene – conclude il consigliere – anche noi chiediamo che per il nostro ospedale vengano autorizzate le assunzioni”. Per Calamucci è bene che i politici passino dalle parole ai fatti e preannuncia già battaglie a difesa del nosocomio brontese. “L’ospedale è un bene troppo importante per le nostre comunità – aggiunge – e nessuno può pensare che con promesse e incontri di circostanza tutto il processo di potenziamento venga lasciato morire per inerzia e assenza di provvedimenti concreti”. Ed uno dei provvedimenti concreti cui l’ospedale di Bronte avrebbe di bisogno è certamente la conclusione dei lavori di ristrutturazione, che si prolungano in maniera ingiustificata da circa 8 anni. Nell’attesa bisognerebbe impinguare la struttura sanitaria di medici e strumentazione. Se l’ospedale di Bronte dovesse malauguratamente chiudere l’intero versante nord dell’Etna da Biancavilla a Giarre o ancor peggio ad Acireale rimarrebbe senza un ospedale vero. T.P. Fonte “La Sicilia” del 09-09-2015
STRUMENTAZIONE ANTIQUATA
Nell’agosto scorso, un blitz in ospedale da parte del sindaco di Bronte, Graziano Calanna, aveva evidenziato varie disfunzioni, a cominciare dai lavori in corso che occupano ambienti di rilevante importanza e restringono quelli utilizzabili. Il primo cittadino, poi, si è accorto che le apparecchiature tecnologiche erano antiquate, a cominciare dai lettini del pronto soccorso per continuare con la colonna laparoscopica e gli attrezzi chirurgici che non si cambiano da decenni. Il personale, inoltre, era carente in tutti i reparti, in particolare in “Medicina”, dove mancani quattro medici.