A 11 anni dall’ultima edizione, Bronte celebra la Madonna Annunziata, sua Patrona, con una festa fra le più belle e importanti della provincia che mette in evidenza la grande devozione che i brontesi hanno nei confronti della Vergine Santissima. I festeggiamenti sono già iniziati il 30 luglio con la celebrazione del Rosario e il giro della statua in piazza Gaggini, ma il programma firmato dal sindaco, sen. Giuseppe Firrarello e dal rettore del Santuario, sac. Nunzio Capizzi, assieme alla Commissione organizzatrice, è veramente imponente. Dà, infatti, il senso del culto profondo che Bronte nutre nei confronti della Santa. Culto che si traduce in una festa solenne. In questi giorni, infatti, tantissimi sono stati i momenti religiosi, con la festa che ogni giorno prevede eventi fino al 30 agosto. I MOMENTI PIU’ ATTESI Fra i momenti più attesi le processioni di domani e del 13. Si comincia con il Santo Rosario alle 8,30, in attesa, alle 9, della celebrazione eucaristica presieduta da mons. Gristina. Quindi la processione e la sosta in piazza Spedalieri per la tradizionale e toccante volata dell’Angelo, senza dimenticare il passaggio trionfale sotto l’arco riprodotto per l’occasione. Sotto l’arco, infatti, il sindaco domani consegnerà alla Madonna un omaggio floreale in attesa della seconda ed ultima solenne processione che verrà effettuata domenica 13 agosto. In questa seconda occasione la messa sarà celebrata dal vescovo, mons. Luigi Renna e quando la Madonna Annunziata passerà sotto l’arco il sindaco Firrarello non solo rivolgerà la preghiera per la sua città, ma consegnerà alla Vergine le chiavi d’oro di Bronte.
IL SINDACO FIRRARELLO «Tutta la religiosissima Bronte – afferma il sindaco, sen. Pino Firrarello – nutre una profonda venerazione nei confronti della Madonna Annunziata. In Lei cerca rifugio da ogni male. In Lei cerca speranza per qualsiasi sventura che affligge la comunità. Sono realmente convinto che anche durante la pandemia questa città ha trovato rifugio nella speranza della sua intercessione. E noi di conseguenza non possiamo che rivolgerci a Lei per trovare salute e serenità e per operare al meglio affinché i nostri figli trovino in questa terra lavoro e soddisfazioni». «Così – continua il sindaco – ogni volta che si festeggia, Bronte scrive una bella pagina di fede e devozione. I ringraziamenti, a nome della città, vanno a tutto il clero e a chi, con instancabile operosità, ci farà vivere questo bel momento di festa e devozione». «Dobbiamo – ribadisce – fare tutti quanti uno sforzo affinché Bronte festeggi la propria patrona ogni anno. E’ un desiderio di tutta la città». LA VOLATA DELL’ ANGELO Tra i fedeli che per l’occasione ritornano anche dal continente americano, nessuno vuole perdere i momenti della festa e della processione. In particolare i brontesi amano “la volata dell’Angelo” che inscena quasi realmente l’Annunciazione. Un tempo era un bambino che, indossati i panni dell’Arcangelo Gabriele, dopo aver avuto assicurato attorno a sé la robusta imbracatura, si lanciava dall’alto fino a raggiungere lentamente, come se fossero in volo, la statua della Madonna al centro della piazza. Oggi, per motivi di sicurezza, sarà una statua, ma l’emozione scenica della rappresentazione è ugualmente assicurata.
IL SACERDOTE NUNZIO CAPIZZI «Quest’anno – dice il rettore del Santuario dell’Annunziata, sacerdote Nunzio Capizzi – finalmente, ci sarà la festa della Madonna!». È un’espressione che frequentemente risuona, da alcune settimane, fra i brontesi. Essa esprime l’attesa dei cittadini e la loro gioia di rivedere il prezioso gruppo marmoreo dell’Annunziata, nelle strade e fra le case del paese. Anzitutto, vorrei far notare che non si tratta di semplice folklore. La devozione alla Madonna Annunziata è decisiva per il costituirsi dell’identità brontese. Il portone bronzeo del Santuario ricorda come il processo di riunione dei 24 Casali, avviato nel 1535 dall’editto di Carlo V, ha trovato il proprio elemento peculiare nel culto alla Madonna, commissionata al Gagini nel 1540. Le iscrizioni che si trovano nelle pareti, all’ingresso del Santuario, testimoniano come, lungo i secoli, nei momenti cruciali della vita del paese, prevalentemente legati a delle calamità naturali, i Brontesi hanno sperimentato la protezione della loro Patrona». «La devozione – continua – non va pensata come fenomeno del passato. In quanto rettore del Santuario, infatti, mi trovo di continuo ad accogliere persone, soprattutto giovani, che vengono ad affidare all’Annunziata le loro preghiere, legate a situazioni personali e familiari. Sono molto contento di accompagnarle nella preghiera e di rilevare che la loro devozione non è confinata in uno spiritualismo distante dal vissuto, ma è percepita quale parte integrante dell’esistenza quotidiana. Infine, la devozione, proprio perché autentica, mette in moto le migliori energie del paese. Un esempio può essere chiarificatore. Nella preparazione della prossima festa, la realizzazione del grandioso “arco trionfale” – che richiama quello che dentro il Santuario fa da cornice al gruppo dell’Annunziata – è avvenuta grazie al generoso impegno di professionisti e di maestranze locali che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro competenza, riuscendo pure a coinvolgere, in un’opportuna sinergia con la scuola, gli alunni del locale Liceo artistico».
LE LEGGENDE L’attaccamento dei brontesi verso Maria Ss Annunziata affonda le proprie radici nella storia. Si racconta, infatti, che senza l’intervento della Madonna, Bronte nel 1763, nel 1832 e nel 1843 sarebbe stata sepolta dalla lava che ha minacciato da vicino l’abitato. Tanto è bastato per convincere la religiosissima gente a eleggerla Patrona e festeggiarla in agosto, quando si ripete l’arrivo a Bronte della statua opera della scuola del Gaggini, con il primo cittadino del tempo che consegna le chiavi d’oro della Città alla Madonna proprio sotto l’arco di trionfo. Sono due le leggende che narrano l’arrivo della statua. La prima, tramandata da Benedetto Radice in “Chiese, conventi, edifici pubblici di Bronte”, racconta che la statua fu scambiata da alcuni pastori brontesi con alcuni pirati greci che in cambio della statua vollero l’albagio (caratteristico drappo di Bronte). L’altra leggenda narra che la nave che trasportava la statua solcando le onde dello Ionio naufragò, ma mentre tutto andò disperso, la pesante cassa che proteggeva la statua cominciò a galleggiare fino a essere raccolta da alcuni pirati saraceni che la scambiarono con i prodotti fatti con il latte del gregge di alcuni pastori brontesi. Questi condussero la statua a Bronte servendosi di due buoi aggressivi ed indomabili. I buoi però alla vista della Madonna furono miracolosamente aggiogati, trainando con forza e volontà fra i boschi etnei il carro fino allo spiazzale dell’Annunziata a Bronte dove non vollero più avanzare. Fonte “La Sicilia” del 05-07-2023