L’affidamento della strada che da Piano Provenzana porta fino ai crateri sommitali dell’Etna non è solo l’unico problema che rischia di bloccare le escursioni in bus-fuoristrada fino al cratere centrale in estate. I sindaci di Bronte, Maletto e Randazzo continuano a essere fermi sulle posizioni espresse in Prefettura: «Dalla strada per raggiungere la sommità del vulcano che attraversa il nostro territorio non si passa senza il nostro permesso». In pratica sottolineano che se Linguaglossa e Castiglione volessero consentire l’accesso fino al cratere centrale a società turistiche private è bene che rimangano nel proprio territorio. Loro non consentiranno a nessuno di attraversare con mezzi meccanici la strada che attraversa i 3 comuni. Il riferimento è alla “pista altomontana” di quota 3000 metri circa, che da Torre del Filosofo a Nicolosi raggiunge Piano delle Concazze a Linguaglossa, pista che i sindaci sospettano sia stata percorsa da flotte di turisti senza che i comuni interessati ne abbiamo contezza. Il più agguerrito è il sindaco di Maletto, Salvatore Barbagiovanni: «Di certo – afferma – qualcuno ci ha fatto lavori abusivi, come dimostra la nota dell’8 settembre 2016 inviataci dal direttore reggente del Parco dell’Etna, Tiziana Luccesi, dove si evince che sono stati asportati i picchetti di delimitazione del territorio di Castiglione ed è stato rilevato un intervento per allargare il preesistente sentiero pedonale. Appena sarà possibile percorrere la pista, effettuerò un sopralluogo e se dovessi verificare abusivismi nel mio territorio, mi rivolgerò alla Procura. Inoltre non ho alcuna intenzione di revocare l’ordinanza di divieto di accesso nelle zone sommitali che ritengo sempre pericolose anche se non ci sono eruzioni. Aspettiamo che la Prefettura apra il tavolo sulle modalità di fruizione del Vulcano, come promesso dal viceprefetto Giuffrè». E il sindaco di Maletto può contare nell’alleanza dei sindaci di Bronte e Randazzo. «Se i turisti – afferma Grazino Calanna, sindaco di Bronte – attraversano il nostro territorio, è bene che chi li accompagna dialoghi anche con noi. Non è una questione di campanile, ma di giustizia. Non recederemo dalle nostre posizioni a tutela dei diritti delle nostre comunità». «Condivido le posizioni dei miei colleghi di Bronte e Maletto – ha concluso il sindaco di Randazzo, Michele Mangione – e non per una guerra di versante. Questa pista era stata tracciata per questioni di ricerca e sicurezza e non si potrebbero effettuare escursioni. Il Vulcano poi deve essere una risorsa per tutti, senza dimenticare che noi sindaci non siamo esenti da responsabilità se consentiamo il transito in quella pista. In Prefettura i sindaci di Linguaglossa e Castiglione si sono dichiarati disposti a trattare con noi. Quindi prima di qualsiasi autorizzazione è bene incontrarci». Fonte “La Sicilia” del 29-04-2017