Permettere ai bus di raggiungere la pista altomontana dell’Etna, al fine di favorire la fruizione delle aree del vulcano, rappresenta un buon compromesso tra le esigenze dei Comuni (che chiedono turismo) e la necessaria salvaguardia. Tutto ciò a patto che s’impongano e si facciano rispettare regole rigide”. E’ il pensiero comune da parte dei rappresentanti del mondo scientifico ed ambientalista che il sindaco di Bronte, sen. Pino Firrarello, ha invitato al Comune per esprime pareri e fornire suggerimenti sull’idea di permettere ai turisti di raggiungere i rifugi dell’Etna con un bus, come prevede la carta tematica dell’Etna redatta dal geometra dell’ufficio tecnico comunale Angelo Spitaleri. All’incontro assieme a Firrarello e Spitaleri hanno partecipato il vice sindaco, on. Nunzio Calanna, l’assessore Maria De Luca, il consigliere comunale Nunzio Saitta, il direttore generale del Comune Michelangelo Lo Monaco, i dirigenti Teresa Sapia e Salvatore Caudullo ed il sindaco di Maletto, Pippo De Luca, tutti pronti ad ascoltare i pareri del dott. Angelo Ronsisvalle, promotore del Ctv (Comitato per la tutela e la valorizzazione del Parco dell’Etna), la professoressa Marias Teresa Vinciguerra dell’Università di Catania (prima firmataria del documento contro il terzo polo turistico), l’architetto Lorenzo Capace del Cai di Bronte, ed i dottori Gianbattista Condorelli e Fausto Ronsisvalle. Dopo la premessa del senatore Firrarello è stato Spitaleri a spiegare il progetto che non vuole certo istituire una sorta di “circolare di trasporto continuo” sull’Etna, ma organizzare un servizio motorizzato fino alle piste altomontane, per consentire lo sviluppo del turismo e la fruizione delle bellezze ambientali del vulcano anche ad anziani e portatori di handicap. “Si potrebbe così – ha aggiunto l’on. Nunzio Calanna – anche favorire un turismo scolastico e quindi didattico”. “Il progetto – ha dichiarato la prof. Vinciguerra – se non prevede lavori di sbancamento nelle piste, dopo un periodo di sperimentazione ed una verifica sul reale impatto ambientale, può essere utile anche al Parco dell’Etna. Aprire questa parte del vulcano con le dovute attenzioni e cautele, infatti, può servire per promuovere l’educazione ambientale, far conoscere i tanti sentieri minori che si diramano dalla pista altomontana e consentire a chi non ha più 20 anni di godersi la natura di quei luoghi”. Per l’architetto Capace il progetto è accettabile anche se il Cai a livello regionale non lo ha affrontato nei dettagli. “Si tratta di un compromesso accettabile, – ha replicato il dott. Condorelli – purché disciplinato da regole rigide. Meglio i bus del trenino a cremagliera che avrebbe reso un eventuale danno ambientale irreversibile”. Sicuramente a favore del progetto il prof. Ronsisvalle: “Il salto di qualità compiuto dagli Uffici tecnici ha trasformato i Comuni in veri ambientalisti. Noi abbiamo costituito l’Ente parco, adesso bisogna realizzare il parco. Sanno tutti che da questo versante è impossibile arrivare sull’Etna, raggiungibile solo con mezzi a motore, ed io vedo certamente a favore della valorizzazione dell’ambiente un possibile bus che porti i turisti da Pizzo Filicia a Poggio la caccia che offre una magnifica vista di conetti vulcanici. Questo progetto – continua Ronsisvalle – è certamente ecocompatibile ed a favore dell’ambiente perché non c’è Parco e difesa della natura senza fruizione”.
FONTE “LA SICILIA” del 12/09/2007