Non solo ospedale e sanità. Nello Musumeci, durante la visita nel palazzo municipale di Bronte, ospite del presidente del Consiglio comunale Aldo Catania e del sindaco Pino Firrarello, ha parlato di sviluppo del territorio e di quelle opere che possono determinare occasione di crescita non solo per il versante nord-ovest dell’Etna, ma per l’intera Piana di Catania. Prima fra tutte la diga di Bolo che può dare acqua all’agricoltura e non solo, ma anche la valorizzazione del versante nord occidentale dell’Etna, «sempre tenuto fuori – ha ribadito il presidente – dagli itinerari turistici». «Quando il sindaco Firrarello – ha affermato Musumeci – viene a trovarmi a Palermo, non arriva con una sola proposta, ma con uno zaino pieno di idee. Cercheremo di sostenerle tutte. Fra queste certamente la diga di Bolo non è un capriccio. L’agricoltura in Sicilia deve fare i conti con il cambiamento climatico. Il tema dell’acqua è prioritario. C’è sempre meno acqua sia per uso irriguo, sia idrico. Quello della siccità è un tema drammatico cui dobbiamo fare i conti. Noi ci stiamo attrezzando. Stiamo riqualificando 18 dighe e stanziato 25 milioni di euro per il Consorzio di bonifica della Sicilia orientale. In questo contesto la diga di Bolo può diventare una risorsa.
Ne sono così certo che, appena Firrarello me ne ha parlato con dovizia di particolari, io ho subito attivato gli uffici. La settimana scorsa a Roma ne ho parlato anche con il direttore generale della Divisione 6 del Servizio nazionale dighe, ingegnere Angelica Catalano. Ci rincontreremo in Sicilia per riparlarne, sapendo di avere bisogno di accumulare più acqua possibile. Pensate che riusciamo a conservare solo l’11% dell’acqua piovana, il resto si perde in mare. In queste condizioni e con questo clima non possiamo permettercelo». Fra i progetti che il presidente ritiene di dover sostenere c’è anche lo sviluppo turistico del versante nord-ovest dell’Etna: «Il disegno di legge che abbiamo ipotizzato con Firrarello – ha aggiunto Musumeci nella sua relazione nella sala consiliare – riqualifica e riprogramma il versante nord-ovest dell’Etna, restituendo il territorio alla gente attraverso la realizzazione di progetti sostenibili nel rispetto della compatibilità e dell’ambiente. È giusto che questo versante venga potenziato. Del resto è il più selvaggio, il più intatto dal punto di vista ambientale. Risorsa che va tutelata ma contemporaneamente valorizzata ai fini turistici. È un impegno che mi assumo. La settimana prossima – ribadisce Musumeci – concorderemo con il presidente del Parco dell’Etna un vertice per iniziare un progetto di riqualificazione della rete viaria, oltre a verificare ove è possibile realizzare strutture ricettive. Se non c’è dove mangiare e dormire, difficile che si sviluppi turismo».
E Firrarello ha presentato a Musumeci una bozza di progetto che, nel rispetto dell’ambiente e degli scopi istitutivi del Parco dell’Etna, intende portare i turisti ad alta quota praticamente tutto l’anno. Un progetto che mira a far diventare il rifugio di monte Scavo tappa fondamentale per la risalita sull’Etna, da cui una cabinovia a 6 posti potrebbe far letteralmente “volare” i turisti senza alcun danno ambientale fino ai “Due Pizzi” a quota 2450. Per Firrarello la cabinovia sarebbe il veicolo perfetto anche destagionalizzare il turismo e renderlo ottimo sia per lo sci invernale sia per le escursioni estive. Fonte “La Sicilia” del 03-03-2021