La fine di novembre segnerà la fine del rischio di frana per i residenti di contrada Salici a Bronte. I lavori di drenaggio delle acque convogliate verso il torrente sono durati più a lungo del previsto a causa delle numerose infiltrazioni, ma questo non farà slittare i tempi della conclusione dei lavori e del definitivo consolidamento dell’intera area, fissati entro fine anno. La strada comunale che collega la contrada è già stata resa solida, con gli operai che hanno posto, in punti strategici, le gabbie di robusti muri di pietra in grado di far passare l’acqua e di bloccare lo scivolamento del terreno. Da settimane, inoltre, i tecnici e gli operai stanno realizzando quelli che chiamano “pozzi drenanti”, ovvero una serie di canali sotterranei che impediranno all’acqua piovana di ristagnare sotto le fondamenta degli edifici e di arrivare al vicino torrente. “Un lavoro necessario – dice il sindaco Pino Firrarello – per dare sicurezza a un cospicuo gruppo di famiglie che hanno realizzato la propria abitazione in questa zona purtroppo franosa”. Così nel febbraio del 2007, il sindaco ha ottenuto dall’assessorato regionale Territorio Ambiente un finanziamento di un milione di euro per consolidare l’area, classificata nel “Piano dell’assetto idrogeologico” fra le più a rischio. In verità il quartiere Salice è stato costruito in un periodo in cui l’abusivismo a Bronte era particolarmente vivace. Ma a differenza di altre zone di Bronte, prettamente laviche, questa è caratterizzata da terreni argillosi e in forte pendenza, con i proprietari che non hanno badato ai rischi,investendo parecchio denaro, a volte anche i risparmi di una vita di lavoro all’estero,per costruirsi una casa. “A poco a poco però – conclude Firrarello – i proprietari si sono accorti che lentamente il terreno scivolava a valle, minacciando la staticità dei loro fabbricati. Bisognava quindi correre ai ripari per non vedere crollare quello che ormai è un vero quartiere”. Del consolidamento di contrada Salici a Bronte si parla da anni, con le famiglie preoccupate per il lento fenomeno franoso.
Fonte “La Sicilia” del 09-10-2008