Non passa la mozione di sfiducia presentata da 8 consiglieri nei confronti del presidente del Consiglio comunale di Bronte, dott. Gino Prestianni. La votazione finale ha visto 11 consiglieri della maggioranza schierarsi a favore del presidente, un consigliere che nel segreto dell’urna ha votato scheda bianca, con i consiglieri che hanno presentato la mozione che, pur rimanendo compatti, non hanno raggiunto l’obiettivo sperato. L’assemblea consiliare è cominciata con l’intervento del capogruppo dell’opposizione Enza Meli che ha letto le motivazioni che li hanno spinto a firmare la mozione: “Il presidente del Consiglio comunale – ha affermato – deve essere imparziale e trasparente e deve intervenire a difesa dell’intero Consiglio comunale. Non deve essere collegato da un rapporto fiduciario ad una parte politica. Prestianni, invece, – continuano – è venuto meno ai suoi obblighi giuridici”. “Qualunque sia il risultato della votazione – hanno ribadito – gli altri consiglieri dell’opposizione ormai Prestianni non sarà più il presidente di tutto il Consiglio”. Dura la replica di Prestianni che stigmatizzato il comportamento dell’opposizione che “ha presentato la mozione durante le feste natalizie per ottenere clamore e scalpore”. “Ho rispettato sempre – ha dichiarato Prestianni le regole del Consiglio e le prerogative di tutti i consiglieri. Le procedure contestate sono state forzate dalle esigenze di non mancare a scadenze e perdere finanziamenti. Ho sempre agito nel bene di Bronte”. Alla fine prima della votazione l’intervento del capogruppo della maggioranza Salvatore Gullotta che ha manifestato fiducia a Prestianni.
E’ Pina Meli il primo presidente del Consiglio delle donne della storia di Bronte. 43 anni, laureata in Economia e Commercio all’Università di Catania stata eletta dal neo Consiglio alla presenza del sindaco senatore Pino Firrarello che crede particolarmente nel contributo che questo nuovo organo può dare nello svolgimento dell’attività amministrativa e dalle consigliere comunali Maria Pina Castiglione, Ada Biuso, Enza Meli e Angelica Catania che hanno creduto nel progetto: “Una responsabilità che assumo volentieri – ha affermato alla fine della votazione il neo presidente – perché spesso il Consiglio comunale non riesce ad affrontare problemi che invece sono tipici della donna, che ha bisogno di sostegno. Il precariato, per esempio, principalmente è donna, ed ho intenzione di mettere in atto dei progetti specifici che abbracciano anche altri settori come la cultura ed il sociale. Per aiutare la famiglia – conclude – penso che bisogna istituire delle ludoteche nei posti di lavoro. Nessun datore di lavoro, pubblico o privato che sia pensa, infatti, ha mai pensato ai problemi delle mamme”.