L’esito della riunione del comitato provinciale Inps, che avrebbe deciso di non istituire più a Bronte un’agenzia, ma un semplice “Punto Inps”, rappresenta per i sindaci del versante nord dell’Etna la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, convoca un vertice con i colleghi Michele Mangione di Randazzo, Salvatore Barbagiovanni di Maletto e Antonino Cantali di Maniace, alla presenza del vice sindaco Vittorio Triscari e del presidente del Consiglio comunale, Nino Galati, per reagire a una situazione che i sindaci considerano non più sostenibile. “Ogni volta che c’è da chiudere qualche ufficio, accorpare o ridimensionare qualche servizio – ha affermato in apertura il sindaco di Bronte – il primo a essere penalizzato è sempre il versante nord dell’Etna. Quando con fatica riusciamo a strappare noi un servizio, a vantaggio dei nostri concittadini, si scatenano tutti contro. Sindacati, autorità di ogni tipo e pure i politici che da noi alle elezioni ottengono migliaia di preferenze si scagliano contro. All’incontro in Prefettura per discutere della rimodulazione della rete Inps, mi sono trovato contro tutti. Solo io ho difeso la sede di Bronte, nessuno ha speso una parola. Anzi ho dovuto fronteggiare uno schieramento di forze politiche e sindacali a difesa delle sedi Inps di Paternò e Adrano che non ho notato neanche quando noi abbiamo lottato per difendere l’ospedale di Bronte”. Ma non solo. Poi Graziano Calanna affonda il colpo: “Il Prefetto alla fine del vertice era stato chiaro: l’Inps doveva rivedere la rimodulazione delle sedi e concordarla con i sindaci. Dopo 20 giorni tutti ci saremo dovuti nuovamente incontrare in Prefettura. Oggi, invece, apprendo dalla stampa che la decisione è già stata presa. Il Prefetto non può permettere questo, noi non lo possiamo accettare”. E i sindaci hanno immediatamente sposato la tesi di Calanna: “Siamo stanchi – ha affermato Mangione – di essere considerati cittadini di serie B”. “La verità – ha continuato Barbagiovanni – è che puntano a spopolare questo territorio”. “Non possiamo permettere che i nostri territori vengano sempre penalizzati – replica Cantali – dobbiamo intervenire”. Per tutti, infatti, il problema non è solo la sede dell’Agenzia dell’Inps che non si fa più, ma una sorta di indirizzo politico penalizzante per il versante nord dell’Etna che si ripete quando si parla di sanità, viabilità e mobilità e sviluppo in generale. “Insieme i sindaci – conclude Calanna – chiederemo un incontro al Prefetto, chiederemo di difendere i diritti dei nostri cittadini”. Fonte “La Sicilia” del 19-05-2017