Peggio di una telenovela, così si possono definire le lunghe vicissitudini che giornalmente coinvolgono l’ospedale di Bronte, sempre più abbandonato da quelle stesse istituzioni che dovrebbero tutelarlo e renderlo fruibile. Dopo l’ennesimo guasto alla Tac, riparata sabato scorso, come riferito dall’Asp, neanche il tempo di prendere fiato e si rompe qualcos’altro. Infatti, l’ascensore che sale alla pediatria e al laboratorio analisi, è fuori servizio, ma al contrario della Tac, questo è stato messo in servizio da poco, ed è spesso bloccato, e in passato è rimasto chiuso dentro anche personale, liberato dai Vigili del Fuoco. L’ascensore, dopo l’ennesimo blocco, ieri è stato visionato dai tecnici della ditta, e messo completamente fuori servizio, e questo comporta dei disagi non indifferenti, ad esempio, se si deve salire un bimbo in barella, occorre fare un trasporto con l’ambulanza (se libera), mentre se un disabile dovrebbe fare delle analisi, al momento è impossibilitato ad accedere alla sala prelievi. Tutto questo mentre i lavori di ristrutturazione, che hanno in progetto anche una nuova ala con degli ascensori ampi e capienti, sono fermi, la struttura è stata realizzata ma mai completata, Ma sono numerosi i problemi che affliggono la struttura di Bronte, dove le sale chiuse o interessate dagli interminabili lavori non si possono contare. Problemi che si uniscono alla cronica mancanza di personale, e alla graduale riduzione che avviene in sordina. Come per gli anestesisti, rimasti solo in 4 ad assicurare un servizio necessario per fare funzionare in maniera ottimale sia il punto nascite, sia l’unità di chirurgia. Nonostante la proroga, i medici continuano a mancare, e spesso, con la reperibilità, si trovano fuori e non possono garantire un soccorso immediato. Ma purtroppo, come sempre, in pochi si rendono conto di come sia difficile lavorare in certe condizioni, e veramente, sarebbe ora, di finire di parlare o fare inutili passerelle, e di lavorare veramente per rendere l’ospedale di Bronte, unico presidio sanitario in una zona impervia e lontana dai grossi centri, adatto a ricevere i pazienti. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 20-10-2015