«Case e ospedali di comunità possono migliorare i servizi sanitari, ma se poi l’ospedale per acuti, chiamato a curare e salvare le vite alla gente, non funziona ogni riforma diventa un banale ed insufficiente palliativo». E la voce comune da parte dei sindaci del versante nord ovest dell’Etna che, dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale alla Sanità, Giovanna Volo, pronta ad annunciare la sua “miniriforma” nella sanità, sentono il dovere di evidenziare tutte le criticità che si registrano nel loro territorio. Il primo ad alzare la voce è il sindaco di Bronte, Pino Firrarello: «Tutto quello che è possibile realizzare nel settore della Sanità è bene accetto, ma con tutto il rispetto per la mini riforma dell’assessore, oggi la sanità siciliana soffre di ben più gravi problemi che vanno affrontati e risolti prima di ogni cosa. Com’è possibile che l’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte e gli ospedali di periferia sono così carenti di personale medico al punto da non riuscire a dare continuità ai servizi, quando nell’Unità operativa di cardiologia del Policlinico di Catania i cardiologi in servizio sono quasi 50? Come mai gli ospedali di periferia hanno difficoltà a coprire i turni di Pronto soccorso, quando negli ospedali catanesi il personale è in esubero? Senza considerare che – continua – è difficile spiegare come sia possibile che a Catania nel raggio di 2 chilometri vi siano 4 grossi ospedali ben attrezzati ed a Bronte, a servizio di un territorio di oltre 50mila utenti, lontano e mal collegato dall’Area metropolitana, debba avere un ospedale senza medici e reparti? Ecco –afferma Firrarello particolarmente accalorato – il primo problema vero da affrontare: la dissennata distribuzione delle risorse sanitarie nel territorio, così squilibrata da provocare una grave discriminazione». E poi Firrarello conclude: «Come mai la Regione siciliana non si accorge di queste differenze? Certo una delle cause è da imputare al numero chiuso in Medicina, altro problema da affrontare presto, ma chiediamo che nell’attesa la Regione intervenga».
E dagli altri sindaci un coro quasi unanime: «Chi opera –spiega il sindaco di Maletto, Pippo de Luca –in un ospedale come quello di Bronte, sa quanto sia difficile. Le emergenze sono all’or – dine del giorno a causa della carenza di medici. Se i concorsi pubblicati dall’Asp alla fine risultano deserti perché i medici preferiscono lavorare a Catania, esiste un problema che la politica deve risolvere. Ben venga la miniriforma dell’assessore Volo, ma il primo problema vero da affrontare è questo, senza considerare che in nostro territorio avrebbe bisogno di un ospedale di base. La rete ospedaliera va rivista». Della necessità di realizzare un ospedale più attrezzato è convinto pure il sindaco di Maniace, Franco Parasiliti: «Qui ci vuole un ospedale nuovo. Un tempo ci battevamo per realizzarne uno equidistante dai Comuni. Le esigenze non sono cambiate. Questo territorio ha bisogno di un ospedale in grado di garantire tutti i servizi. Certo è importante anche la Medicina del territorio, con gli ambulatori in grado anche di garantire medicina preventiva. Ma non è possibile fare prevenzione se poi i tempi di attesa sono lunghi mesi e mesi. La politica regionale ascolti i sindaci e si renda conto dei reali problemi. I medici non possono decidere di privare i cittadini del diritto ad essere curati e se assunti per Bronte, a Bronte devono rimanere. Pensate che a Maniace mancano pure i medici di base. Non si può continuare così». «A Randazzo sarà realizzato un ospedale di comunità – conclude il sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi – e noi siamo lieti di accoglierlo perché potenzia la Medicina del territorio. Gli ospedali per acuti però sono altra cosa. L’ospedale del comprensorio va potenziato e dotato di personale medico in maniera stabile». A chiedere il potenziamento dell’ospedale di Bronte sono anche i Comuni di Cesarò e San Teodoro: «Fanno parte di un’altra provincia e di un’altra Asp – conclude Firrarello – ma per loro Bronte è più vicina. Arrivano in non meno di 30 minuti e poi, in caso di emergenze particolari, devo essere dirottati altrove. Una vergogna!». Fonte “La Sicilia” del 21-12-2022