Era ricoverato a seguito di un intervento ortopedico. un intervento di routine dovuto alla frattura del malleolo. Ma il paziente soffriva anche di una condizione di schizofrenia (dettaglio noto al personale medico). Così, la mattina successiva all’operazione, rimasto solo nella stanza di degenza, si è alzato dal letto e si è lanciato dalla finestra del secondo piano, piombando su un’auto parcheggiata. Non c’è stato modo di salvarlo. Troppo gravi le ferite che ha riportato. Aveva 34 anni. Una tragedia consumata nel gennaio 2012 all’ospedale “Castiglione Prestianni” di Bronte che ha segnato anche la vita dei familiari del giovane. Familiari che adesso si rivolgono all’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania per chiedere i relativi risarcimenti. Assistiti dall’avv. Pilar Castiglia, madre e fratelli del 34 enne hanno già inviato all’Asp una lettera di diffida con l’intento, tra l’altro, di potere avviare la procedura di messa in mora della compagnia assicurativa dell’azienda. “E’ evidente – scrive nella missiva l’avv. Castiglia – la responsabilità dell’ospedale di Bronte per non avere adottato tutte le misure di protezione e di adeguata vigilanza necessarie, attesa la patologia da cui era affetto il paziente”. Il legale contesta in primo luogo il “ricovero nel reparto di Ortopedia invece che in quello di Psichiatria, assenza di misure di sicurezza alle aperture esterne del suddetto reparto ed assenza di adeguata vigilanza”, riservandosi inoltre di “indicare ulteriori condotte negligenti, imprudenti ed impedire all’attenzione dell’attuale consulente di parte nominato dai familiari”.
Vittorio Fiorenza Fonte “La Sicilia” del 26-07-2015