La sala del locale che ospita la presentazione della candidatura di Pino Firrarello a sindaco di Bronte nelle prossime elezioni amministrative del 4 ottobre è piena, ma nel rispetto delle normative previste a causa del Covid 19, con il distanziamento necessario e altoparlanti messi fuori. Al centro del tavolo, c’è solo Firrarello, “il Senatore” come lo chiamano tutti, accompagnato dal genero, Giuseppe Castiglione, dal nipote Carlo, e dai tanti compagni di avventura che in questi anni lo hanno seguito nella sua attività politica. Ma la differenza, in questa campagna elettorale è un’altra. Una particolarità che rende unica la tornata elettorale che ci sarà a Bronte. Una platea che vede in prima fila esponenti politici, di gran parte della sinistra, che nelle ultime elezioni, erano schierati nelle liste dell’attuale sindaco Calanna. Un “quasi” ritorno al passato, quando le coalizioni Dc-Psi governavano il paese. Ci sono Enza Meli, attuale segretaria provinciale Uil, Antonio Leanza, figlio di Salvatore Leanza, grande avversario di Firrarello negli anni Ottanta e Novanta. Salvatore Pizzuto, e tanti altri protagonisti della politica brontese degli ultimi anni. In platea anche Antonino Galati, attuale presidente del Consiglio, molto vicino all’onorevole Papale, e probabile candidato nelle liste di Firrarello.
E tra i presenti anche alcuni assessori e consiglieri anch’essi candidati con Calanna nel 2015. Nel corso della presentazione è venuto fuori che dovrebbero essere sei le liste in appoggio a Firrarello, tre messe insieme dal senatore, una da Enza Meli, una di Forza Italia e una da parte di Vittorio Triscari, per un totale di circa 96 candidati. Tanti gli interventi, fino alla parte conclusiva in cui proprio Firrarello, 81 anni fra qualche settimana, ha tirato le conclusioni della serata. «Vogliamo rimettere Bronte al centro della Provincia – ha dichiarato – e riprendere un cammino interrotto 5 anni fa. Bronte ha bisogno di ripartire, per ritornare ai tempi in cui a Bronte, in 15 anni, sono stati spesi qualcosa come 170 milioni di euro, e non essere il feudo di nessuno». Il tutto mentre contemporaneamente, arrivano le dimissioni da assessore di Ernesto Di Francesco, probabile candidato con Firrarello. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 30-07-2020