Un marchio di prodotti al pistacchio di Bronte unico che accomuni gelati, creme ed ogni derivato frutto della capacità artigianale dei pasticceri di Bronte e garanzia di qualità e soprattutto di autenticità. Questa la proposta dei pasticceri di Bronte durante il vertice al Comune con il sindaco, Pino Firrarello. L’incontro è stato organizzato dall’assessore al Commercio Elio Daquino dopo il sequestro a Bronte da parte dei Nas di una partita di pistacchio iraniano che comunque, dopo le analisi di laboratorio, è risultato salubre. «Bronte – afferma l’assessore Daquino – è la patria del pistacchio. Qui è risaputo che si gustano prodotti esclusivamente al pistacchio di Bronte. E quanto accaduto rischia di incrinare un rapporto fiduciario con i consumatori a danno di chi lavora solo vero pistacchio di Bronte. Per questo l’Amministrazione ha deciso di incontrare chi lavora con il pistacchio, affinché episodi negativi come quello accaduto non si verifichino più». E i pasticceri hanno gradito l’invito, proponendo al sindaco Firrarello la costituzione di un marchio unico: «Non possibile – hanno affermato i pasticceri – che il nome del pistacchio di Bronte e il nostro lavoro debba pagare per cause che non dipendono da noi che lavoriamo esclusivamente il nostro pistacchio. Per questo proponiamo la costituzione di un marchio unico regolato da un preciso disciplinare, che caratterizzi i nostri prodotti al pistacchio e garantisca al 100% il consumatore sull’autenticità del pistacchio di Bronte». L’idea è piaciuta al sindaco Firrarello: “Approvo l’iniziativa – ha affermato il sindaco – la tracciabilità è l’unico modo per garantire il consumatore. E’difficile, infatti, pensare che da noi si possa vendere pistacchio estero. Per questo ho già dato mandato ai miei legali di verificare se è legittimo che alcuni commercianti introducano a Bronte pistacchio estero per poi venderlo alle aziende del nord. La mia domanda è se far partire da Bronte che la patria dell’oro verde, pistacchio che di Bronte non è, non rasenti la sofisticazione”.
L.S. fonte “La Sicilia” del 14-02-2009