«Affascinati dalla bellezza di questo territorio, dall’accoglienza della sua gente e dalla cucina, ma delusi da come tanta bellezza venga quotidianamente trattata. Pochi alberi nei pressi degli alvei dei fiumi, troppe discariche a cielo aperto e poi una domanda
su tutte: perché i pascoli all’interno dei Parchi naturalistici?». E’in sintesi il pensiero degli esperti ambientalisti europei che insieme
ai colleghi italiani e ai giovani volontari, hanno visitato boschi e siti naturalistici dell’Etna all’interno del workshop organizzato nell’ambito del progetto di educazione ambientale “Boschi della Biosfera” promosso dall’associazione Giacche verdi di Bronte e della fondazione ManfredHermsen-Stiftung. Dopo aver ammirato i boschi di Maletto e Bronte, nei pressi del Ponte dei Saraceni ad Adrano gli esperti ambientalisti provenienti dalla Germania, dall’’Ungheria, dalla Macedonia, dalla Romania e anche dall’Italia, hanno apprezzato le peculiarità del territorio per poi osservare: «Perché tante recinzioni che delimitano i boschi? – si è chiesto il direttore della Riserva della Biosfera Rezetat in Romania -. Perché sono presenti pascoli nei parchi siciliani?». Non è stato da meno l’esperto forestale tedesco Rainer Köpsell che invece ha suggerito come un rimboschimento lungo le sponde dei fiumi, come il lato destro del Simeto nella zona del Ponte dei Saraceni, potrebbe definire meglio le fasce boscate. Sarebbe un posto ancora più magico». «Volete scegliere ceramiche per il bagno? – ha provocatoriamente aggiunto il dr. Florian Liedl – Ci si rechi di fronte al belvedere nella Gola del Simeto». Insomma antichi difetti della nostra terra che non riusciamo a correggere, nonostante abbiamo in mano una risorsa importante per sfruttare l’economia legata all’ecoturismo che oggi è in crescita, come ha sottolineato Fabio Bonaccorsi, tour operator di Viagrande componente del gruppo che ha promosso il progetto. «Ci vuole educazione – ha aggiunto Gino Montagno, presidente delle Giacche Verdi Bronte – tentiamo di invertire il trend realizzando progetti con le scuole». L’altro obbiettivo è impedire il cambiamento climatico, ha spiegato Stefanie Hermsen direttrice della fondazione Manfred-Hermsen-Stiftung di Brema, solo riducendo il consumo della energia tradizionale e piantando alberi. Agli esperti non è sfuggito che la Sicilia, terra del sole, sfrutta pochissimo l’energia solare. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 26-10-2017