È arrivato anche il momento di inaugurare il nuovo Pronto soccorso dell’ospedale “Castiglione Prestianni”. Lo annuncia il sindaco di Bronte Pino Firrarello, già pronto al lavoro dopo l’isolamento a causa del Covid. «Verrà inaugurato la prossima settimana – afferma il sindaco – ed a tagliare il nastro inaugurale sarà l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Mi deve solo confermare la data esatta. Finalmente avremo a disposizione un Pronto soccorso adeguato alle esigenze del territorio». In effetti, con il nuovo Pronto soccorso l’ospedale fa un bel salto di qualità. Prima tutto era racchiuso in 240 metri quadrati, oggi medici ed infermieri ne avranno a disposizione 600. Ci sarà la “camera calda” che consente di effettuare il passaggio del paziente dall’ambulanza all’ospedale in un ambiente chiuso e riscaldato ed i posti letto passano da 4 a 8. Saranno, invece, tre gli ambulatori cui far accedere i pazienti: uno per i codici bianchi e verdi, un altro quelli in codice giallo ed il terzo per i pazienti in codice rosso. Infine sarà realizzata una sala di attesa per i pazienti in barella in passato assente e dei locali per accogliere e smistare il pubblico.
Ma le notizie buone non finiscono qui. Firrarello annuncia anche un altro appuntamento particolarmente atteso. «A febbraio – infatti spiega – ri – prenderanno i lavori di completamento dell’ospedale iniziati a fine 2006 e mai conclusi. Un altro tassello importante per restituire al territorio un ospedale funzionale». In effetti era il lontanissimo 18 dicembre del 2006 quando i lavori di ristrutturazione dell’ospedale furono consegnati all’impresa. Da programma in due anni e con 7 milioni di euro, si dovevano realizzare plessi nuovi e ristrutturare quelli vecchi, per dotare un territorio montano e distante dagli ospedali più grandi di una struttura ospedaliera all’avanguardia. Purtroppo l’impresa, dopo poco tempo, fu commissariata. Solo nel novembre del 2012 sono stati consegnati i primi corpi nuovi per ospitare il Laboratorio analisi e la Pediatria, ma subito dopo nulla e l’ospedale rimase un cantiere. Per sbloccare l’iter, l’Asp ha dovuto discutere con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e verificare la possibilità di sostituire la vecchia impresa. Fonte “La Sicilia” del 05-12-2020