“Non c’è più tempo per aspettare ancora. Abbiamo atteso con pazienza i fatti, invece sono rimaste solo le parole. Questo territorio non è la periferia del mondo della Salute ed a quasi 20 giorni alla scadenza dal brevissimo termine imposto dal Ministero per potenziare il Punto nascita dell’Ospedale di Bronte, poco o nulla è stato fatto. Temiamo che ci abbiamo preso in giro. Allora scendiamo in piazza e protestiamo contro tutti: Asp, Regione e Ministero. Se il Punto nascita dell’ospedale di Bronte non riaprirà nei tempi stabiliti, qualcuno dovrà assumersi tutta la responsabilità”. Sono le parole dell’arrabbiato e determinato Graziano Calanna, sindaco di Bronte, che per domenica prossima, alle 11, ha organizzato una manifestazione pubblica in piazza Spedalieri a Bronte, invitando la società civile ed il mondo politico. “Avevamo immaginato – continua Calanna – che tre mesi di tempo per dotare di personale e strumentazioni il Reparto fossero troppo pochi. Per questo a fine gennaio, in occasione delle prima manifestazione di protesta, tutti i sindaci del territorio abbiamo costituito in un osservativo permanente a difesa dell’ospedale. Oggi dobbiamo prendere atto che non c’è ne chiarezza, ne la sicurezza che il 15 marzo, come annunciato dall’Asp in un incontro ufficiale, il Punto nascita riaprirà i battenti. Anzi – continua – dalle indiscrezione che giungono sembrerebbe che tutto l’ospedale verrà depotenziato”. Il sindaco, infatti, ci racconta di avere avuto notizia che sono pochissimi i medici realmente assunti per il Punto nascita di Bronte, mentre ci dice di voci di corridoio dicono che l’ospedale brontese rischia di perdere i primari dei reparti di Chirurgia, Ostetricia e Medicina, che dovrebbero essere diretti dai primari dell’ospedale di Biancavilla. “Proprio così – ribadisce – anche il Laboratorio analisi dovrebbe essere accorpato con Biancavilla. Spero tanto di sbagliarmi, altrimenti si tratterebbe realmente dell’anticamera della chiusura dell’ospedale di Bronte. Da una parte – continua il Sindaco – l’Asp chiede al territorio di avere fiducia nei servizi dell’ospedale affinché vengano aumentate le prestazioni, dall’altra ci portano via i primari. E’ un controsenso. E siccome non possiamo giocare con il diritto alla salute della gente, abbiamo deciso di protestare. La manifestazione di piazza di domenica sarà solo l’inizio. – spiega – Se non arrivano i medici con le attrezzature necessarie, ed il Reparto non riaprirà a pieno organico, compreso il primario, vuol dire che non si vogliono creare le condizioni affinché il numero dei parti l’anno aumenti”. Oltre ai medici ed alle attrezzature, a Bronte è necessario che i lavori di ristrutturazione dell’ospedale vengano completati. Lavori che sono iniziati nel 2007 e non sono ancora conclusi. ANCHE ALTRI SINDACI PRONTI A BATTAGLIARE; A protestare non è solo il sindaco di Bronte. I primi cittadini di Randazzo, Maletto, Maniace, Cesarò, San Teodoro, Santa Domenica Vittoria, Floresta e Roccella Valdemone sono pronti a scendere in campo. Sono i sindaci dei Comuni che usufruiscono dell’ospedale di Bronte e che temono che la chiusura dell’ospedale brontese o la semplice soppressione del Punto nascita possa allontanarli terribilmente dal primo ospedale efficiente. “L’osservatorio dei sindaci – dice Calanna – non capisce come mai alle falde del cono dell’Etna gli ospedali debbano essere solo nel versante sud, da Biacavilla ad Acireale”. Fonte “La Sicilia” del 11-03-2016