Da “ospedale di zona disagiata” a ospedale “disastrato” il passo è breve. Ma purtroppo reale e ancora una volta, il nosocomio di Bronte e la popolazione che lo utilizza, vengono privati di un importante servizio sanitario. Infatti il “punto nascita” di Bronte, da ieri, è stato temporaneamente chiuso per mancanza di medici. Un allarme lanciato da nostro giornale da tempo, e ribadito appena dieci giorni fa, al quale è stata data poca importanza fino al risultato odierno. Certo ora sono in tanti a scendere in campo, chi sui social, chi nelle varie tv locali, ma le azioni di lotta (inesistenti), degli ultimi anni hanno portato alla temporanea chiusura dell’Urologia, dell’Ortopedia, ora del Punto nascita. Chiusure temporanee che per l’Urologia è poi stata definitiva, per l’Ortopedia quasi, e ci fermiamo qui, lasciando le conclusioni ad ognuno. Di fatto, oggi, chi deve partorire deve andare a Biancavilla o a Catania. Facile per chi abita a Bronte, meno facile per chi deve partire da Cesarò, San Teodoro, Maniace, Maletto, Randazzo o addirittura Santa Domenica. L’Asp ha messo a disposizione un’ambulanza con un’ostetrica, ma siamo sicuri che ciò basti? Tante domande rimaste senza risposta e brontesi sul piede di guerra per l’ennesimo scippo ad un intero territorio.
Il deputato Giuseppe Castiglione, che in questi giorni ha presentato una interrogazione al Governo sul fermo di tante risorse della Sanità, ha già programmato diversi incontri con i responsabili. Mentre Pino Firrarello, sindaco di Bronte, ha convocato un sit-in con gli altri sindaci della zona per domani alle 11 in ospedale. Una prima forma di protesta che potrebbe allargarsi anche a Palermo. Duro anche il presidente del comitato a difesa dell’ospedale, Biagio Venia: «L’ennesimo scippo a un territorio privo di servizi essenziali, a discapito dei grandi ospedali, che aumentano prestazioni e liste di attesa». La sanità in Sicilia è una bomba, mancano medici e servizi. E la beffa finale, la convenzione con il Garibaldi, fatta due giorni fa, che potrebbe riportare gli stessi ginecologi andati via a tornare a Bronte. Magari pagandoli qualcosa in più grazie agli incentivi. I problemi dell’ospedale di Bronte sono stati creati dalla politica, e ora deve mettervi riparo. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 02-07-2023