Quasi mezzo milione di euro, è la cifra spesa per costruire una pista per l’atterraggio degli elicotteri, che dovrebbe servire a garantire un servizio di soccorso più celere, e soprattutto anche notturno, nei Comuni di Bronte, dove la pista è stata costruita, Maletto, Maniace e Randazzo. Ma al momento, dopo la consegna (per ora solo su carta) che l’Area Metropolitana ha fatto al Comune di Bronte, la pista è inutilizzabile e soprattutto necessita di ulteriori fondi per sistemare le parti vandalizzate dopo due anni dall’ultimazione dei lavori. Ma andiamo con ordine. La pista è stata finanziata dalla Regione Sicilia grazie ai Pof Fesr 2007-2013, alla pari di tante altre in Sicilia, per un importo di 400mila euro. Purtroppo i fondi previsti non bastavano per i lavori, ed ecco che a quel punto intervenne l’allora Provincia, che aggiunse al finanziamento quasi 90 mila euro per completare il tutto. A dicembre 2014 l’area viene consegnata alla ditta vincitrice dell’appalto, che esegue i lavori, realizzando una superficie di atterraggio quadrata, di 26 metri per lato, illuminata per il volo notturno, e con tutti i dispositivi necessari per garantire l’atterraggio degli elicotteri. Lavori completati nel 2015, tranne per la strada di accesso, rimasta incompleta. Ora, a distanza di due anni, l’Area Metropolitana ha predisposto la consegna al Comune di Bronte, ma la situazione attuale dell’elisuperficie non è delle migliori. Nonostante il recinto, in parte divelto, sono tanti i ragazzi della zona che si appartano sia nell’area adiacente, sia dentro il casotto costruito per il guardiano, aperto e vandalizzato, con le serrature divelte e parte degli impianti smontati. Anche parte dei recinti che delimitano la pista presentano danni, così come il traliccio in cui era posizionata la manica a vento obbligatoria per le aree di volo. Danni minimi, per ora, ma che già necessitano di ulteriori spese, senza che ancora la pista sia utilizzabile. Una pista necessaria per l’intero territorio, che, specie nelle ore notturne, dovrebbe garantire trasferimenti di casi gravi in ospedali più attrezzati o ad alta specializzazione. Un iter avviato nel 2011, ma che a distanza di quasi sette anni, resta incompleto. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 09-10-2017