Udienza cruciale nel processo contro Filippo Asero, il brontese di 48 anni, accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi della moglie Ada Rotini. Parliamo del femminicidio avvenuto l’8 settembre del 2021, quando Asero uccise a coltellate Ada di 46 anni, originaria di Noto, perché dopo un anno di matrimonio aveva deciso di separarsi. A ricostruire l’accaduto davanti al presidente della Corte d’Assise, Mignemi, due testimoni chiave: il carabiniere che quella mattina passando da via Boscia, dove avvenne l’omicidio, accorse sentendo le urla, e la sorella di Ada, che ha visto morire la sorella. Ada e Filippo, infatti, quel giorno avevano appuntamento in Comune per l’udienza di separazione. Prima però la donna andò a casa di Asero per portar via degli effetti personali. All’inizio andò tutto bene, poi, quando la donna era già salita in auto, si scatenò la rabbia omicida dell’uomo. Entrambe le testimonianze hanno fatto rivivere nell’aula quei momenti drammatici. Ad ascoltarle, oltre a Giudice, anche i Pm, Russo e Volino, e l’avvocato Gaetano Schilirò che difende Filippo Asero. Ma del processo fanno parte anche i tanti avvocati che rappresentano le parti civili, ovvero Samantha Lazzaro, Grazia Maisano, Laura Farkas, Valeria Sicurella, Giuseppe Cutrera e Antonella Cordaro.
«Ada Rotini – ha affermato Antonella Caltabiano, presidente del Telefono Rosa di Bronte fra i primi a costituirsi parte civile – assassinata nel territorio in cui da anni operiamo, è per noi diventata motivo di maggiore determinazione e impegno per la missione che portiamo avanti, emblema delle donne che si sentono sole e che non sanno a chi rivolgersi per farsi aiutare. Siamo, infatti, consapevoli che né il corso della giustizia né la vicinanza delle istituzioni potrà mai cancellare l’ergastolo del dolore al quale sono stati condannati i figli rimasti orfani. «Da undici anni con continuità, stabilità e riconoscimento operiamo nel territorio, battendoci per la prevenzione, sensibilizzazione e il contrasto della violenza sulle donne. La nostra costituzione di parte civile ha un forte valore simbolico per la abnormità dell’offesa subita da una donna che rappresenta tutte noi donne». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 04-12-2022