Sette persone, fra turisti e speleologi, dopo un pomeriggio di escursioni e lavoro sul versante occidentale dell’Etna, non tornano alla base. Al calar del sole viene lanciato l’allarme e la centrale operativa del 118 di Catania, chiede l’intervento del Cnsas (Soccorso alpino e speleologico siciliano), ovvero i volontari in divisa rossa specializzati in ricerche e interventi di salvataggio. I dispersi sono bene equipaggiati, ma potrebbero esserci anche gravi. I tentativi di contatto telefonico sono vani, quindi bisogna intervenire. Le operazioni di ricerca non si fermano per tutto il pomeriggio, ma con il buio della sera viene richiesto l’intervento dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico per l’impiego di elicotteri dell’Amministrazione Difesa. Intervengono anche carabinieri, il Corpo forestale della Regione Sicilia, la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, i vigili del fuoco, il Dipartimento regionale della Protezione civile e le ambulanze del 118. La mattina successiva l’aeronautica Militare e il Cnsas attivano la direzione operazioni (definita Direx) all’aeroporto dell’Aeronautica Militare di Sigonella. Partono ulteriori elicotteri e grazie alla sinergia di tutte le persone vengono salvate. E’ lo scenario dell’esercitazione di ricerca e soccorso di persone disperse in montagna “Sater 2-17” che avrà luogo proprio sull’Etna, mercoledì 8 novembre, presentata ieri mattina, nella sede del Cai di Catania, dal presidente regionale del Cai, Francesco Del Campo, alla presenza degli ufficiali dell’Aeronautica. “L’esercitazione Sater 2-17 – ha affermato Del Campo – nasce in applicazione di un collaudato protocollo di collaborazione con L’Aeronautica Militare Italiana che ha visto, negli anni, realizzare numerosi eventi addestrativi sull’intero territorio nazionale e ai quali hanno partecipato reparti volo di altri Enti e amministrazioni dello Stato. L’evento rappresenta un utile momento nel quale le diversi componenti del soccorso, lavorando in sinergia, fanno sistema, come è necessario in operazioni complesse, quali sono spesso quelle di ricerca e assistenza in terreno impervio”. “Il tecnico volontario professionale del Cnsas si confronta con i professionisti in uno scenario di addestramento ove poter affinare tecniche e procedure d’intervento e dove poter trovare punti di contatto, ed effettuare un proficuo confronto tra tecniche e utile scambio di opinioni, in unità di intenti”. Fonte “La Sicilia” del 05-11-2017