Alla fine è stata l’autopsia a completare le indagini dei carabinieri della compagnia di Randazzo e a svelare, nella sua assurda e drammaticità, tutti i retroscena del ritrovamento del cadavere della donna in contrada Cuntaratti. Il corpo era quello di Carmen Manuca di 35 anni, in stato di gravidanza da circa 2 mesi. La donna per motivi futili è stata strangolata dal convivente e padre del bimbo che la vittima portava in grembo. Si tratta di Alexandru Ichim, 21 anni. Badante lei e muratore – bracciante lui, entrambi di nazionalità romena. Abitavano a Bronte da un paio di anni. L’omicidio è stato compiuto nella notte fra il 7 e l’8 luglio quando i due, che convivevano da diverso tempo nella piccola abitazione di via Dabormida 14, nel centro storico di Bronte, hanno violentemente litigato. A queste conclusioni i carabinieri sono giunti dopo che la madre di Carmen è andata in caserma per denunciare la scomparsa della figlia. Gli investigatori hanno così concentrato le indagini nella folta comunità di romeni presenti in paese e sentendo parecchie persone. Fra queste pure Ichim il quale, fornendo le prime risposte. Ha cominciato a contraddirsi. Chiaro che il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Alessia Minicò, concentrasse su di lui l’attenzione fino ad ottenere una parziale confessione. L’uomo, stretto nella morsa delle domande, alla fine ha raccontato che i 2 erano già a letto quando hanno iniziato a litigare e che la donna presa dall’ira si sarebbe così tanto agitata da cadere per terra sbattendo violentemente la testa. Un urto che per lei si è rivelato fatale. Così, preoccupato per le conseguenze, l’uomo ha avvolto il cadavere nella coperta e nel lenzuolo del letto e lo ha nascosto prima di tornare a dormire. Una confessione che svelava il mistero, ma che né al Giudice, né al comandante della Compagnia di Randazzo, capitano Gaetano Birtolo, e né a quello della stazione di Bronte, maresciallo Antonio Muto, è sembrata completa. Per questo l’uomo è stato tenuto sotto torchio fino a notte fonda. Ma la verità è giunta con l’esito dell’autopsia, la donna è stata strangolata. Chiaro a questo punto che Carmen non era caduta e non aveva battuto la testa. Chiaro anche che l’unico a poterla uccidere era il convivente. Alexandru Ichim è stato, dunque, dichiarato in stato di fermo e portato in carcere a Catania. Dovrà rispondere di omicidio ed occultamento di cadavere.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 16-07-2009