“L’importanza della diagnosi precoce, in un paziente affetto da sclerosi multipla, curato in tempo, oggi ha maggiori possibilità di controllare la malattia”. E’ il messaggio positivo che il prof. Francesco Patti, specialista in Neurologia e responsabile del Centro di sclerosi multipla del Policlinico “Rodolico” di Catania, ha rivolto al pubblico intervenuto al convegno “Sclerosi multipla, conoscerla per affrontarla” organizzato dalla presidente della Fidapa di Bronte, Rosa Di Bella, nella Pinacoteca dedicata a Nunzio Sciavarrello. Presente anche il presidente del Consiglio comunale, Nino Galati. “I segni della malattia – ha affermato il prof. Patti – sono variegati. Disturbi della vista o l’alterazione della sensibilità, se prolungati oltre le 24 ore e in assenza di febbre, devono consigliarci di consultare un neurologo. Parallelamente problematiche motorie, come riduzione di forza o disturbi di equilibrio, sono campanelli d’allarme. E la diagnosi precoce fa la differenza nella cura della malattia. Iniziare più rapidamente possibile le cure che oggi abbiamo a disposizione aumenta le possibilità di contrastarla”. Oggi, infatti, le percentuali di pazienti che si salvano dalla disabilità sono notevolmente aumentati. “Fino a 20, ma anche 10 anni fa – continua – dopo 15 o 20 anni dall’esordio della malattia, il 50% dei pazienti erano costretti a servirsi di una carrozzina per muoversi, adesso la percentuale è scesa al 15-20%. Oggi lo specialista che prende in cura un paziente nello stato iniziale, in assenza di altre patologie che gli impedirebbero l’utilizzo dei nuovi farmaci o rigetti, può fornire ottime speranze”. Insomma bloccare l’evoluzione della sclerosi multipla oggi è più facile, ma risanare le lesioni a carico del sistema nervoso centrale ancora no: “Ci sono però farmaci in sperimentazione. Se dovessero funzionare domani, forse, potremo riparare le lesioni e guarire dalla sclerosi multipla”. Interessante anche l’intervento della dott. Cinzia Caserta, che ha affrontato il delicato argomento delle “Alternative terapeutiche nella sclerosi multipla”. Fonte “La Sicilia” del 01-05-2016