Il Direttore Sanitario dell’ Asp 3: “Seguite tutte le procedure”. Malasanità o no? E’ la domanda che viene fuori spontaneamente dai casi successi in questi giorni in Provincia di Catania. Prima il caso Nicole, e poi, a distanza di qualche giorno, il presunto caso del piccolo Mattia, la cui mamma è partita da Bronte, per dare alla luce il piccolo in maniera prematura a Siracusa, e poi ha visto morire il suo bambino al Policlinico di Messina dopo 38 giorni. Il Direttore Sanitario del’Asp 3, dott, Franco Luca, sulla vicenda del piccolo Mattia ha detto: “Per quanto riguarda il ricovero all’ospedale di Bronte, posso affermare con chiarezza che sono state seguite tutte le procedure previste, non solo è stata diagnosticata e curata l’infezione, e a tal proposito l’ospedale ha pure acquistato all’esterno un farmaco particolare necessario per la cure. Inoltre – continua – vista la delicatezza del parto e le condizioni della mamma, il nostro personale sanitario si è attivato immediatamente per trasferirla in una struttura avanzata che potesse garantire le cure necessarie, tutto ciò e comunque scritto nelle cartelle cliniche”. “Per quanto riguarda quando accaduto dopo – conclude il dott. Luca – non ho che dire perché essendo strutture di altre Asp, non abbiamo parola”. Poche ma chiare parole, che non lasciano dubbi sul comportamento del personale del nosocomio di Bronte, che da quanto riferito, ha fatto tutto ciò che era in suo potere, di certo, molti lati della vicenda saranno chiariti solo dalla magistratura, che dovrà appurare chi ha detto la verità. Da un lato l’avvocato e la famiglia di Mattia che chiedono giustizia, dall’altro dei medici e delle strutture che cercano di lavorare al meglio anche in condizioni precaria, sia a causa dei tagli che da anni si abbattono sulla sanità, sia per tanti altri fattori esterni tra cui interminabili lavori e strutture non sempre perfette. Come l’ospedale di Bronte, da anni interessato da interminabili lavori di ristrutturazione, e che ancora vede gli operatori lavorare in condizioni non perfette: “Ho avuto due riunioni da poco – dice il dott. Luca – per cercare di fare iniziare i lavori, purtroppo la burocrazia impedisce un veloce iter, la ditta che aveva in appalto i lavori è stata indagata per mafia e ora bisogna aspettare chi subentrerà all’appalto”. I problemi che si protraggono a Bronte da circa 8 interminabili anni, con lavori in corso in vari reparti, altri reparti chiusi e altri funzionanti in maniera ridotta, hanno sicuramente penalizzato una zona che vede nell’ospedale di Bronte, l’unico punto di riferimento. Per questo, tutti attendono con ansia, che si concluda l’iter, e che finalmente si possa restituire ad un territorio isolato e lontano dai grandi centri, un ospedale completo e funzionale.
Luigi Saitta Fonte “La Sicilia” del 05-03-2015