Ieri per Bronte è stata la giornata dell’attesa e della riflessione. Attesa per conoscere la data dei funerali della povera Ada Rotini, uccisa dal marito Filippo Asero a coltellate sol perché voleva divorziare. La settimana prossima il medico legale Giuseppe Ragazzi, che è intervenuto anche sul luogo qualche ora dopo l’omicidio, effettuerà l’esame autoptico. Poi la salma di Ada potrà tornare a Bronte per le esequie. Riflessione nel constatare che anche ieri si è avuta notizia di un’altra donna che nel vicentino è stata uccisa dal compagno perché voleva separarsi. Ed allora le parole della presidente del Telefono Rosa, Antonella Caltabiano e del sindaco Pino Firrarello, in occasione della fiaccolata ferma e silenziosa nel Parco Urbano, sono diventano ancora più pesanti. «Ada è un altro nome che si aggiunge alla lunga di lista di donne che non ce l’hanno fatta. – ha affermato – Ci sentiamo addolorate perché non abbiamo potuto fare niente per lei. Donne – ha poi concluso – dovete denunciare perché il silenzio non vi aiuta». Ed una denuncia forte è stata lanciata dal sindaco Pino Firrarello con la petizione popolare che ha promosso per invogliare la redazione di un disegno di legge di iniziativa popolare che punisca duramente la violenza contro le donne. «Mi rivolgo ai parlamentari italiani di Camera e Senato – ha affermato il primo cittadino – che non hanno capito quanto drammatico sia questo fenomeno che va stroncato con una legge durissime».
Petizione che in pochi minuti ha raccolto più di 300 firme e che adesso è depositata nell’Ufficio di segreteria del sindaco per permettere a tutti i cittadini che lo volessero di firmarla. «Non conoscevo la coppia – ha affermato padre Alfio Daquino vicario foraneo e parroco della Chiesa Madre di Bronte – Mi lascia sgomento un pensiero. Come un uomo può uccidere la donna che ama? Prego per l’amina della povera Ada, per i suoi figli e prego anche affinché il marito possa comprendere l’errore che ha commesso e possa pentirsi». Intanto migliorano le condizioni del nonnino di Maletto che nonostante fosse novantenne ha tentato di salvare Ada dall’aggressione, rimanendo egli stesso ferito ad un braccio: «E’ ancora sotto shock – ha affermato Pippo De Luca, sindaco di Maletto – Ha vissuto un’esperienza terrificante». Fonte “La Sicilia” del 11-09-2021