Autorizzata dalla Regione la struttura di Bronte che doveva ospitare il Centro comunale di seconda accoglienza di 15 minori stranieri non accompagnati, nonostante la rinuncia al progetto da parte del sindaco. La coop Iride di Scordia, che doveva gestirlo per conto del comune, «al momento», ne esclude l’apertura anche da privato. Procede, invece, l’iter per l’avvio degli altri 3 centri per minori: 2 per stranieri; 1 per italiani. Nel 2016 il Comune partecipava al bando Fami del Ministero dell’Interno per aprire il centro per minori in ambito Sprar, che a Bronte ospita 22 rifugiati e richiedenti asilo. Il sindaco Calanna, però, lo scorso 8 febbraio in Consiglio comunicava la rinuncia all’istituzione del centro e, per scongiurare un’eccessiva presenza di stranieri nel territorio, invitava i privati a fare altrettanto; l’appello, però, ad oggi non è stato accolto. Tornando alla struttura della cooperativa Iride, raggiunto telefonicamente, il rappresentante legale Rocco Sciacca dichiara: «Nonostante l’autorizzazione, al momento non è nei nostri programmi l’apertura di questa struttura». La struttura autorizzata si trova nel quartiere Sciarotta, vicino all’istituendo Centro per minori disagiati italiani, della cooperativa Fiore del deserto, il cui presidente Salvatore Pizzuto spiega: «Intendiamo istituire una comunità alloggio per 10 minori italiani, dai 6 ai 14 anni, come richiesto alla Regione con l’istanza di accreditamento. Non ci si spiega come il sindaco abbia potuto affermare, nel consiglio dell’8 febbraio, che realizzeremo un centro per 15 minori stranieri». Il sindaco Graziano Calanna, dal canto suo, precisa: «Sull’autorizzazione della struttura della cooperativa Iride, non mi risulta che al Comune sia pervenuta alcuna comunicazione. Quanto ai privati, al momento nessuno ha comunicato il ritiro dei loro progetti per centri per minori stranieri non accompagnati, salvo una comunicazione recente da parte del signor Salvatore Pizzuto, con la quale ha precisato che il suo centro ospiterà minori italiani». A Bronte, quindi, apriranno un centro per 10 minori italiani (aumentabili a 12), uno di «seconda accoglienza» per 15 minori stranieri non accompagnati (msna) al Santissimo Cristo e uno di «primissima accoglienza» (sempre per msna) da 60 posti nell’ex albergo Parco dell’Etna, struttura per la quale è attesa l’autorizzazione al funzionamento, dall’Assessorato regionale alla Famiglia, e che sarà gestita dalla cooperativa Freedom di Siracusa. Le strutture private per i minori stranieri incrementeranno il «circuito straordinario» dell’accoglienza, utilizzato in emergenza dai Prefetti, causa carenza posti del «circuito ordinario» formato dai «Centri accoglienza governativi». La normativa sui «minori stranieri non accompagnati», che differisce da quella sui rifugiati e richiedenti asilo, in Sicilia per gli standard delle strutture private è contenuta in due decreti del Presidente della Regione Siciliana, che regolano l’accoglienza di primo e di secondo livello e l’attività di vigilanza da parte dei Servizi sociali dei Comuni. Luigi Putrino Fonte “Giornale di Sicilia” del 21-03-2017