Stop alle spese coperte con i fondi che i Comuni pensano di potere riscuotere in futuro. Da gennaio gli Enti locali potranno spendere solo i soldi che hanno già incassato, senza guardare a quelle risorse cui hanno diritto, ma di cui non si è certi della riscossione. Ne vale la responsabilità dei vertici amministrativi degli uffici di ragioneria di fronte alla Magistratura contabile. Questa la più significativa differenza rispetto al passato imposta dalla riforma della contabilità degli enti territoriali, chiamata “Armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio”, che il Comune di Bronte ha già testato con successo. E tutto ciò è stato discusso durante il convegno organizzato ieri mattina, nel Castello Nelson, dall’Ordine dei Commercialisti di Catania, con il patrocinio del Comune, cui hanno partecipato tantissimi funzionari dei Comuni etnei. Il principio della riforma è chiaro: ogni Comune può spendere solo ciò che ha, eliminando i residui attivi e passivi e guardando alla trasparenza e alle “entrate”, necessarie per coprire le spese dei servizi. «Un sostanziale cambio di mentalità – ha affermato durante il suo intervento Caterina Furnari – che devono compiere tutti, dai funzionari agli amministratori».
L’incontro – moderato da Rosario Marino – ha visto anche intervenire Matilde Riccioli, Agatino Lipara, Clara Leonardi, Pina Meli, Francesco Schilirò e Biagia Benvegna, responsabile dell’ufficio Ragioneria del Comune di Bronte, che la riforma l’ha già sperimentata. Ospite d’onore l’on. Nino D’Asero, certo che questa riforma sarà utile ai cittadini e contribuirà all’efficienza dei servizi. «Per noi un grande impegno – ha affermato il sindaco Pino Firrarello – ma la riforma è necessaria. Bronte ci è riuscito, grazie ai suoi uffici e a un’amministrazione trasparente».
Fonte “La Sicilia” del 25-11-2014