Ha vissuto sulla sua pelle la via Crucis, proprio nella settimana pasquale, una donna di 88 anni di Bronte, che si è rotto il femore in un periodo terribile per tutta la sanità. La signora, nel pomeriggio di venerdì, ha dovuto chiamare il 118. Appena giunti gli operatori sanitari, lei e il figlio, giustamente, hanno riferito di avere una parente in quarantena, in un altro paese, con cui non hanno contatto da tre settimane, e che loro stessi, da più di 20 giorni, stavano in auto isolamento a scopo precauzionale. Nessuno di loro presentava sintomi legati al coronavirus, e inoltre, gli operatori del 118, come da protocollo attuale, hanno misurato la temperatura corporea a tutti i presenti, riscontrandola nella norma. Dietro indicazioni della centrale operativa, la paziente veniva portata al pronto soccorso di Bronte, dove è stata allestita una tenda da pre triage che serve a controllare se i pazienti hanno possibilità di essere contagiati, e in tal caso portati nei centri predisposti, oppure se non lo sono, seguono il normale decorso ospedaliero.
La paziente, dopo varie discussioni, non è stata accettata in ospedale e dopo due ore di discussioni la signora, accompagnata da un medico del 118 fatto arrivare da un altro equipaggio è stata trasferita al Garibaldi centro di Catania, dove, dopo essere passata dal pre triage come da protocollo, e riscontrata l’assoluta mancanza di sintomi legati al coronavirus, è stata portata nel reparto di Ortopedia per essere sottoposta a radiografie e altri accertamenti. Tutto ciò dopo circa tre ore che era stata prelevata da casa. Un caso limite, come altri che dovrebbe essere evitati con i protocolli stabiliti e le tende di pre-triage. R.P. Fonte “La Sicilia” del 05-04-2020