«Se per risolvere il problema dobbiamo aspettare la fine dei lavori del nuovo Pronto soccorso, siamo messi veramente male e prima o poi potrebbe accadere qualcosa di grave». È l’amaro sfogo di uno dei tanti autisti soccorritori messi a dura prova non solo da un lavoro difficile e pericoloso, ma anche dal fatto che entrare e uscire dal pronto soccorso dell’ospedale di Bronte diventa spesso una impresa ardua. Costretti a lasciare l’ambulanza distante e portare il paziente per un lungo tratto sotto il sole, o la pioggia, oppure a fare un lungo percorso in retromarcia, tra due file di vetture in sosta selvaggia, che non dovrebbero assolutamente essere lì. Una situazione vecchia di anni, che da qualche mese è diventata ancora più grave. Il piazzale antistante l’ospedale, che poteva contenere una ventina di vetture, è ora in parte chiuso per i lavori del nuovo pronto soccorso, che dovrebbe dare agli operatori anche gli spazi interni per sbarellare i pazienti. Nel frattempo, il reparto è stato spostato e per arrivare all’ingresso, bisogna attraversare tutto il piazzale in cui, teoricamente, dovrebbero accedere solo i mezzi diretti al pronto soccorso, che, dopo avere fatto scendere i malcapitati, dovrebbero abbandonare la zona.
Invece, puntualmente, specie nei pomeriggi, le vetture in sosta selvaggia si moltiplicano e le ambulanze che arrivano in ospedale trovano spesso gli spazi intasati. Il problema è stato, in passato, sottoposto anche alla dirigenza, visto che di mattina nel nosocomio funzionano delle sbarre che vengono aperte da un operatore che difficilmente fa entrare mezzi nel cortile. Il pomeriggio il servizio spesso non viene effettuato per mancanza di personale, con le sbarre che restano aperte e le macchine che entrano e parcheggiano indisturbate, visto che nessuno dice nulla né le multa. Una storia che va avanti da anni e che spesso si ripete con il rischio che un’eventuale chiamata per l’ambulanza, possa diventare fatale per qualcuno a causa dei pochi minuti che si perdono per fare manovra e uscire. Pochi minuti che in soccorso, spesso fanno la differenza tra la vita e la morte. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 14-08-2019
Ma come lavorano qiesti che danno le notizie? Bisogna almeno mettere tra parentesi la prvincia di nomi di paesi sconosciuti ai piu’.