“Quella concessa dal Ministero della Salute al Punto nascita dell’ospedale di Bronte non è una proroga a tempo, ma una vera e propria deroga definitiva. Effettuare meno di 500 parti l’anno, quindi, non è più un problema, a patto, però, che vengano garantiti tutti gli standard operativi, tecnologici e di sicurezza. Di conseguenza, dobbiamo dotare l’ospedale di tutti i servizi e del personale che attualmente ancora mancano e dobbiamo farlo entro novanta giorni”. E’ il commento ufficiale del sindaco di Bronte, Graziano Calanna, dopo aver esaminato la documentazione alla Regione che salva il Punto nascita di Bronte. Nella nota, infatti, si legge chiaramente che la prosecuzione delle attività è subordinata al rispetto delle indicazioni contenute in un protocollo metodologico. Leggendo il protocollo si capisce che in tutti i Punti nascita e quindi anche a Bronte non possono mancare risorse umane adeguate, personale ostetrico, ginecologico e soprattutto anestesiologico 24 ore su 24, guardia attiva anestesiologica, pediatrica e neonatologica h24, due sale parto, una sala operatoria sempre pronta e riservata per il Punto nascita, un valido sistema di soccorso di emergenza ed un efficiente servizio di laboratorio analisi. Ma soprattutto in ogni letto del Punto nascita deve esserci un cardiotocografo che consente di effettuare un esame importante per la valutazione del benessere del feto e, importante, deve essere a disposizione un servizio di rianimazione e terapia intensiva generale o un collegamento formalizzato attraverso un protocollo operativo. Ed a Bronte mancano personale ed attrezzature. “Per questo – continua il sindaco Graziano Calanna – il tempo è prezioso. Ho già contattato il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Giammanco, per un incontro operativo, mentre prestissimo mi incontrerò con i colleghi sindaci del territorio per informarli ufficialmente della bella notizia. L’aver ottenuto la deroga ai 500 parti – continua – è una grande vittoria a vantaggio di tutto il territorio, che ovviamente adesso si attende il potenziamento della struttura”. Potenziamento che a quanto pare l’Azienda sanitaria provinciale è pronta ad attuare: “Alla definizione delle indicazioni ministeriali e conseguentemente regionali – informa in una nota – si adegueranno gli interventi di adeguamento strutturale del presidio ospedaliero di Bronte”. L.S. Fonte “La Sicilia” del 05-01-2016
LE CONSIDERAZIONI DEL MINISTERO SU BRONTE
Il punto nascita etneo registra 267 parti nel 2014. Primo step di constatazione: “Non tutte le donne residenti a Bronte hanno partorito nel Pn della città e che anche tra le partorienti dei Comuni più vicini c’è la tendenza, come si evince dalle sottostanti tabelle, a partorire in altri Pn”, si legge nel report del ministero. Scendendo nel dettaglio: sui 267 parti, 100 sono di residenti a Bronte (il 69% delle mamme locali), mentre 167 arrivano da altri centri. Soprattutto Maniace (40 partorienti su 51 hanno scelto il punto nascite brontese, ovvero il 78%) e Randazzo (41 su 94, ovvero il 43%), molto meno da Adrano (23 donne sulle 362 che hanno dato alla luce nel 2014). Nessuna partoriente di Centuripe, Troina e Belpasso ha deciso di far nascere il proprio figlio a Bronte. Nonostante ciò i tecnici del ministero sono convinti che “con efficaci strategie di reclutamento” il punto nascita di Bronte, a regime, può essere superiore alla soglia di 500 parti/anno”. La prospettiva è “un’unica Unità operativa di Ostetricia e ginecologia, all’interno del Dipartimento Materno infantile” che va inserita “nell’organizzazione del previsto Distretto ospedaliero Paternò – Biancavilla – Bronte”. Con una precisa strategia che passa dalla “completa condivisione di atti di indirizzo dipartimentali”, ma soprattutto della “rotazione monitorata” di tutto il personale tra i due punti nascita, di Biancavilla e di Bronte”. Ma la priorità riguarda soprattutto i “requisiti operativi, tecnologici e di sicurezza” del punto nascita. Dove, scrivono gli esperti del ministero, non è garantita “la guardia attiva h24 di ginecologo, anestesista e neonatologo, necessari a garantire gli standard previsti dalla legge”. Mario Barresi Fonte “La Sicilia” del 05-01-2016