Eccolo il dossier che il sottosegretario, Giuseppe Castiglione, nel novembre scorso ha inviato al ministro Beatrice Lorenzin, per convincerla a non chiudere il Punto nascita dell’ospedale di Bronte. Un corposo documento che ha evidenziato come nel 2014, nell’intero territorio che fa riferimento all’ospedale di Bronte ci siano state 498 nascite e che, fino a quando l’ospedale non è stato vittima di un depauperamento di servizi e personale il numero dei parti sfiorava la fatidica quota 500: “Al ministro – spiega il sottosegretario – ho fornito i dati, dimostrando che fino a quando il reparto di Ostetricia e Ginecologia era nelle condizioni migliori, furono superati i 400 parti l’anno. I problemi iniziarono con le dimissioni del primario Enzo Meli, la sua sostituzione a scavalco, i lavori murari e il personale ridotto”. Poi Castiglione continua: “Intervengo per poter fare chiarezza su una vicenda molto delicata perché riguarda la qualità dei servizi sanitari in un territorio lontano da Catania, che ogni giorno vede diminuire l’offerta sanitaria, mentre il potenziamento dei servizi territoriali è rimasto pura chimera. Intervengo anche – ribadisce – per evitare la guerra dei territori, perché di fronte alla salute dei cittadini la politica dovrebbe offrire proposte piuttosto che polemiche. E allora, prima di tutto la sicurezza delle nostre strutture ospedaliere, grazie a elevati standard strutturali e tecnologici. E’ vero – conclude – che le società scientifiche ritengono che sotto i 500 parti i rischi per l’assistenza aumentano, ma è anche vero che si prevedono deroghe per i territori particolarmente disagiati. Su questo abbiamo lavorato in silenzio per mesi”. Adesso però è necessario dotare il Punto nascira di Bronte di tutti i requisiti di sicurezza. Per questo il sindaco Graziano Calanna, che nei mesi scorsi si è pure recato a Roma per difendere l’ospedale, ha convocato alle 16 un vertice in Comune con l’Asp e i sindaci del territorio: “Abbiamo appena 90 giorni di tempo – afferma – per dotare il reparto di quel personale, della strumentazione e dei servizi previsti dai protocolli di sicurezza. Solo se riusciremo a rendere in poco tempo l’ospedale di Bronte efficiente e sicuro, il Punto nascita sarà salvo definitivamente. L.S. Fonte “La Sicilia” del 07-01-2016