Continua l’odissea dei medici dell’ospedale di Bronte, costretti a non potere usare la Tac da ben 17 giorni, e che ancora non sanno con certezza quando potranno affidarsi al prezioso strumento diagnostico. In un primo momento, si era detto che la causa del guasto fosse un condizionatore: adesso, dopo che gli addetti alla manutenzione hanno sostituito il condizionatore, nulla è cambiato. Lo stop al delicato e costoso macchinario, quindi, sarebbe da imputare a un’altra ragione, forse da cercarsi nella stessa Tac. Al momento, comunque, la vicenda è avvolta nel mistero. Nel frattempo, continuano i viaggi delle ambulanza verso gli ospedali più vicini provvisti di Tac. Oltre il danno anche la beffa, perché, considerando che sono almeno tre al giorno, i pazienti trasferiti, con impiego di ambulanze e personale spesso anche in reperibilità, se si fanno due conti, si può tranquillamente dire che le cifre spese potevano benissimo essere impiegate per sistemare la Tac, con un notevole risparmio per l’ Azienda sanitaria provinciale. Il nosocomio di Bronte, però, ormai è segnato come un presidio da immolare all’altare del risparmio, privando la città, e i centri vicini di un essenziale servizio, nonostante molti medici e infermieri, lavorino quasi sempre in condizioni al limite. A tal proposito, di rilievo risulta la testimonianza, di una coppia di Maletto, che ha avuto dall’ospedale, una ottima risposta. “Mia moglie, una donna di 36 anni alla 35° settimana di gravidanza – racconta Nino Minissale – ha avvertito dei forti dolori, e l’ho subita accompagnata in ospedale dove è stata visitata dall’unico ginecologo presente, il quale stava assistendo altre gestanti. Il medico ha constatato che mia moglie aveva subito il distacco della placenta, e che la piccola in grembo, era in grave pericolo di vita. Subito è stata portata in sala operatoria, ed operata”, “Grazie alla loro tempestività – conclude Minissale – e alla loro bravura la piccola Irene, di oltre 2 chilogrammi, e la mamma sono state salvate. Voglio personalmente ringraziare il ginecologo, il neonatologo e tutto lo staff sanitario, non avremmo mai avuto il tempo di recarci in un altro ospedale”.
LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 07-07-2015
Quindi la la vicenda è avvolta nel mistero solo perche il sig. Saitta non conosce i fatti.
Allora si informi come compete ad un giornalista.