La sezione di Bronte del “Telefono rosa”, l’associazione di volontariato fondata dalla giornalista Giuliana Dal Pozzo per aiutare le donne vittime di violenza e di maltrattamenti, ha espresso soddisfazione per la sentenza della Corte d’assise di Catania che, riconoscendolo colpevole dell’omicidio della 19enne Valentina Salamone, ha condannato all’ergastolo Nicola Mancuso. «Il femminicidio e le altre forme di violenza – afferma la presidente del Telefono rosa di Bronte, dottoressa Antonella Caltabiano, costituita parte civile nel processo tramite l’avvocato Samantha Lazzaro – non rappresentano solo una lesione dei diritti della donna, un fatto privato, ma costituiscono una profonda ferita per la società tutta.
Oggi ci possiamo definire soddisfatte della pena inflitta al Mancuso anche se questa condanna in ogni caso non potrà scrivere la parola fine sul dolore dei familiari e di tutti coloro che amavano Valentina». Il Telefono Rosa di Bronte è nato otto anni fa e risponde alle chiamate non solo della Sicilia, ma anche della Calabria. Iscritto nell’“Albo del Volontariato” della Regione siciliana, offre un servizio di accoglienza telefonica multilingue attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, rivolto alle vittime di ogni forma di violenza. «Riceviamo – continua la presidente – circa 200 richieste di aiuto annue. Ma non solo. Offriamo corsi di educazione all’affettività e corsi sulla genitorialità al fine di contrastare la violenza di genere con un’efficace formazione preventiva che possa eliminare il rischio della nascita di atti e comportamenti violenti in casa e in tutti gli altri luoghi in cui si svolgono le interazioni sociali».
Il Telefono Rosa di Bronte è stato anche recentemente coinvolto nel progetto “Il Lavoro è libertà”, che offre la possibilità per le donne di 3 Regioni (Piemonte Lazio e Sicilia) vittime di violenza di inserirsi nel mondo del lavoro. Fonte “La Sicilia” del 29-06-2019