Un falegname di 63 anni di Bronte ieri mattina, alle 5,30, ha tentato di togliersi la vita. Si è recato in falegnameria, si è appoggiato con forza sul petto all’altezza del cuore la sua pistola sparachiodi e poi si è conficcato ben 7 chiodi. Fortunatamente questi, lunghi appena 4 centimetri, hanno solo procurato lievi ferite e l’uomo è stato salvato dai carabinieri della Compagnia di Randazzo. All’origine del gesto estremo problemi di natura familiare non meglio specificati dagli investigatori. Certo è che l’uomo, prima di tentare di uccidersi, ha telefonato al 112 del Comando di Catania, pronunciando poche ma drammatiche parole: “Sto per togliermi la vita”. Poi ha interrotto la comunicazione. Per i carabinieri non è stato difficile risalire in breve tempo all’identità del possessore della scheda telefonica e poi al suo indirizzo. Così in pochi minuti una gazzella si è letteralmente precipitata in falegnameria, trovando la porta aperta e l’uomo in parte dissanguato. Trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte, l’uomo non è in pericolo di vita. I carabinieri in falegnameria hanno trovato anche una lettera che l’uomo aveva scritto prima di tentare il suicidio dove ha chiesto scusa alla sua famiglia e spiegato i motivi del suo gesto.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 26-08-2014