Il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, ha annunciato che ritirerà il bando pubblico per individuare un privato che, in ipotesi di finanziamento del progetto, in co-partnariato col Comune, accogliesse di 15 rifugiati minori non accompagnati. Il sindaco, infatti, dopo la pubblicazione del bando comunale, ha notato che diversi privati si sono candidati all’accoglienza, rischiando di far lievitare il numero di rifugiati presenti a Bronte. Ed allora ha deciso di ritirare il bando, per dare l’esempio e convincere i privati a rispettare le capacità di accoglienza della cittadina. “Il discorso è semplice – spiega Graziano Calanna – Bronte già ospita 22 rifugiati nello Sprar, ma per approfittare di una misura di finanziamento statale, ho inviato una direttiva agli uffici del Comune affinché pubblicassero un bando di partenariato con una società privata per l’accoglienza di altri 15 minori non accompagnati. Subito dopo però – continua il primo cittadino – sono giunte 3 richieste di privati. La prima per 60 minori di prima accoglienza e le altre 2 per complessivi 25 minori di seconda accoglienza. Conti alla mano Bronte fra qualche mese avrebbe ospitato 122 rifugiati, 60 di prima e 62 di seconda accoglienza. Impossibile – ribadisce il sindaco –superiamo di gran lunga i dettami della clausola di salvaguardia prevista dallo Stato”. Ed al fine di prevenire possibili polemiche, Calanna precisa che la sua Città ha nel DNA il valore dell’accoglienza : “Bronte ha dimostrato di essere un paese accogliente ed ospitale. Pensate che a marzo scadono i termini per il mantenimento dello Sprar di Bronte ed io ho già annunciato che esso continuerà ad operare. Lo faccio perché questi ragazzi effettivamente seguono con impegno un percorso di inserimento ed integrazione e non si tirano indietro al bisogno, lavorando nel verde pubblico, liberando le strade dalla neve o pulendo le Scuole piuttosto che il Sacrario dei Caduti. Il nostro dovere in materia di accoglienza lo stiamo compiendo in pieno. Ma la Città non può permettersi l’arrivo di 122 immigrati. Non può farlo perché non ha i servizi necessari. E allora, a seguito di un approfondito confronto con la mia maggioranza, che per me rappresenta il pensiero della collettività, si è deciso di rinunciare al bando del Comune per lanciare ai privati il messaggio di rispettare le nostre capacità di accoglienza”. Fonte “La Sicilia” del 22-02-2017