«Misteriosa innamorata» tappezza Bronte con decine di manifesti, per esprimere i suoi sentimenti al suo anonimo amato, anche se una freccia di Cupido, dopo aver vagato per circa un mese, ha colpito il Palazzo comunale. E l’ultima gigantografia non concede tregue al destinatario: «Per te amore farei qualunque cosa, anche carte false e non me ne pentirei mai. Chi ama non si arrende mai! Ed io non mi arrenderò. Tua per sempre».
Da fine settembre, per le principali vie della capitale etnea del pistacchio, gli attacchini hanno affisso periodicamente diversi manifesti (70×100) raffiguranti un albero scarlatto a forma di cuore su un prato dello stesso colore, con a sfondo l’Etna innevata e il cielo azzurro, un cuore blu alato e l’arcobaleno, a volte anche la luna. Nell’ultimo manifesto 6×3, invece, il cielo azzurro domina il prato scarlatto e l’albero a forma di cuore, con sotto un cuoricino rosso alato e, oltre alla suddetta frase che non ammette tregue, la ricorrente dedica: «Tua per sempre». Insomma, meno immagini per dare più incisività alle parole, non solo con le dimensioni dei caratteri.
Durante la recente sagra del pistacchio questo paesaggio e le belle frasi a cui faceva da cornice, con dei 6×3 in giro su veicoli pubblicitari, hanno dato anche il “benvenuto” ai turisti, con lunghe soste all’ingresso della kermesse. All’inizio, in pochi si sono soffermati sulle citazioni o sulle lunghe lettere, diverse per ogni stampato, mentre il ripetersi delle immagini ha sollecitato la fantasia di tanti. Ma gli scritti nell’insieme e l’ultima gigantografia affissa all’ingresso del paese, allo Scialandro (dietro la statua di San Giovanni Bosco), hanno spazzato ogni dubbio: Lucia insegue Renzo. Così, oltre alla teoria del cuore trafitto, c’è stato chi ha ipotizzato gesta di novelli don Abbondio.
A questo punto, l’innamorata, che oltre a non sembrare culturalmente sprovveduta sarebbe pure benestante (viste le migliaia di euro investite in pubblicità) avrebbe spedito un goloso “messaggio” subliminale, forse per “chiarire” che da cercare non ci sarebbero (ovviamente) pavidi curati ma solo un inquilino del Palazzo comunale.