I carabinieri ne sono certi: in quella casa prima o poi si sarebbe consumata una tragedia. I militari della Stazione di Bronte, collaborati da colleghi del Nucleo operativo della Compagnia di Randazzo, sabato sera hanno arrestato un rumeno, da tempo domiciliato a Bronte, con l’accusa di lesioni personali aggravate e maltrattamenti in famiglia. Si tratta di Vlaic Aron Artur, di 39 anni, che per circa 2 anni, dal 2013 al gennaio scorso, avrebbe ridotto la convivente di 50 anni, anch’essa rumena, quasi in schiavitù, costringendola a patire ogni tipo di violenza fisica (calci, pugni, schiaffi ed addirittura morsi su tutte le parti del corpo) anche alla presenza di sua figlia ancora minorenne. I carabinieri di Bronte, al comando del maresciallo capo Ignazio Gianluca Buda, già da tempo si erano accorti che in quella casa si consumava una delle più terribili violenze familiari ed hanno cominciato ad indagare, raccogliendo le testimonianze dei vicini e facendo collezione dei referti medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, dove la donna era spesso costretta a rivolgersi. Il culmine della violenza si sarebbe consumato il 2 gennaio scorso quando addirittura la figlia della donna, spaventata, ha chiamato i carabinieri. Mai però, neanche in quell’occasione, la donna ha denunciato le violenze subite. Sono stati i carabinieri a raccogliere indizi tali da convincere i magistrati ad emettere nei confronti dell’uomo la misura cautelare. Il rumeno così, che già si trovava agli arresti domiciliari, è stato accompagnato nel carcere catanese di piazza Lanza. Per un po’ le 2 donne sono al sicuro.
T. P. Fonte “La Sicilia” del 23-02.2015