Il pistacchio siciliano è già considerato un’eccellenza fra i prodotti agricoli. Quello di Bronte è da sempre ritenuto il più buono, grazie alla terra di coltivazione prettamente lavica e a un clima ideale. C’è un progetto però che punta a valorizzarlo ancora di più. Parliamo del progetto “Clean Pistacchio”, che è stato presentato ieri, nell’aula magna dell’Istituto Benedetto Radice di Bronte, alla presenza della dirigente Maria Pia Calanna, del sindaco Pino Firrarello e dell’assessore di Adrano, Salvatore Italia. Il progetto ha lo scopo di valorizzare sia le colture pistacchicole (biologiche, convenzionali e dop) sia i prodotti trasformati. Per fare ciò, i 9 partner (Il Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell’Università degli Studi di Catania, l’ente capofila “Cooperativa Produttori Pistacchio Smeraldo Bronte”, 6 aziende agricole siciliane e l’Istituto di istruzione superiore Benedetto Radice di Bronte) nel corso dei tre anni di attività impiegheranno tecnologie innovative a ridotto impatto ambientale che possano rendere la gestione della coltura ecocompatibile e sostenibile. Tra queste, priorità sarà data all’impiego di microrganismi antagonisti, promotori di crescita, induttori di resistenza, semiochimici sintetici, entomofagi, luce pulsata, pacciamatura e mezzi termici. Queste innovazioni consentiranno di valorizzare le produzioni pistacchicole nelle varie fasi del processo produttivo e di stoccaggio. Le attività di trasferimento delle innovazioni verranno effettuate non solo sulle giovani piante, ma anche su quelle già esistenti nelle sei aziende agricole e sul prodotto già raccolto.
Per questo durante il convegno di presentazione, dopo i saluti istituzionali, moderati da Giancarlo Polizzi, responsabile scientifico del progetto, sono intervenuti Mario D’Amico, direttore del Dipartimento, Giovanni Sutera, direttore dell’Ispettorato provinciale Agricoltura, Enrico Catania, presidente dell’Ordine degli Agronomi, e Biagio Prestianni, presidente della Cooperativa Smeraldo. Poi le relazioni scientifiche, con Marzia Signorello che ha spiegato la figura dell’“innovation broker” che individua problematiche e bisogni dell’innovazione ed è di supporto alle imprese, Giorgio Cusella che ha spiegato la possibili malattie cui sono soggetti foglie, rami e pistacchi, e Pompeo Suma che ha spiegato come contrastare gli insetti con tecniche che riducono l’impiego di prodotti chimici. Interessanti anche le relazioni di Elena Arena e Dalia Aielo che hanno spiegato gli effetti della luce pulsata sui pistacchi e come evitare le aflactossine, con Gioacchino Pappalardo che ha effettuato l’analisi sui costi e benefici delle innovazioni. I lavori sono stati conclusi dal dirigente dell’assessorato Agricoltura, Antonino Drago: «Questo progetto migliora ancor di più la qualità del nostro pistacchio. Le innovazioni tecnologiche a servizio delle imprese è nei programmi della Regione che crede nell’eccellenza dei propri prodotti al punto che confermerà i propri impegni finanziari anche in futuro». Fonte “La Sicilia” del 03-03-2023