Non siamo sul set del film “Il romanzo di un ladro di cavalli” con il famoso attore Yul Brynner, nè tanto meno nel vecchio West. Siamo sull’Etna, eppure nei giorni scorsi è stato compiuto un furto di cavalli degno della migliore pellicola americana. Era la notte fra il 29 ed il 30 maggio scorso. In contrada Musa ha sede l’associazione agrituristica che porta lo stesso nome della contrada. Il titolare era momentaneamente assente e all’interno dei recinti riposavano ben 14 cavalli che i volontari utilizzano per effettuare ippoterapia e corsi per ipovedenti e non vedenti o diversamente abili, perché cavalcare o semplicemente poter stare vicino ad un cavallo è un valido sostegno psicologico. Qualcuno però deve aver pensato che quei cavalli erano utili per un altro scopo e protetto dall’oscurità della notte, esattamente come facevano i ladri di cavalli nei film western, hanno tagliato la rete metallica della recinzione e hanno portato via i 14 cavalli. Immaginate l’indomani lo sconforto del proprietario che altro non gli è rimasto da fare che sporgere denuncia alla Stazione dei carabinieri di Bronte. I militari dell’Arma si sono mossi subito sapendo che con il tempo le tracce lasciate dai cavalli in fuga sarebbero scomparse. Ed, infatti, per un po’ sono riusciti a ricostruire il loro percorso, individuando le tracce degli zoccoli al galoppo che si dirigevano verso le quote più alte dell’Etna. Poi però nulla. Ed allora è stata chiesta la preziosa collaborazione di un elicottero dell’Arma del XXII Elinucleo di Catania. Dal cielo è stato più facile perlustrare il territorio palmo a palmo, riuscendo dopo alcune ore a ritrovare gli animali in un recinto improvvisato dai ladri tra la fitta vegetazione della contrada Nave a quota 2.000 metri. Segnalata la presenza dei cavalli, carabinieri e Guardia forestale li hanno raggiunti, trovandoli visibilmente disidratati, per riportarli a casa dove, come lietamente dichiarato dal presidente dell’associazione, hanno ripreso a “trotterellare nei prati dell’azienda”. Se non fossero stati ritrovati il danno economico che si sarebbe aggirato intorno ai 50.000 euro, ma un danno maggiore lo avrebbero subito coloro che traggono giovamento dall’ippoterapia. L’episodio ripropone con tutta la sua drammaticità il problema della sicurezza nelle aree rurali e soprattutto della vigilanza nei boschi dell’Etna.