«Vogliamo un ospedale che dia risposte vere alla gente, garantisca il diritto di essere curati con efficacia e i servizi necessari in un territorio vasto e montano. Insomma un ospedale vero e quello di Bronte oggi, con la Chirurgia che chiude alle 14, non lo è». E quanto hanno denunciato ieri mattina i sindaci e i rappresentanti dei Comuni di Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo e Cesarò a Palermo ai componenti della commissione regionale alla Sanità. A chiedere l’incontro è stato il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, e al vertice hanno partecipato gli onorevoli Alfio Papale, Anthony Barbagallo e Francesco Cappello. Con loro il presidente del Consiglio comunale di Bronte, Nino Galati, con il consigliere Valeria Franco, il presidente del comitato a difesa dell’ospedale, Biagio Venia, e l’avv. Giuseppe Gullotta del Centro studi azione e sviluppo locale. Presenti anche il direttore generale del Dipartimento per la pianificazione strategica dell’a ssessorato per la Salute, Mario La Rocca, e il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Giammanco. Ad aprire i lavori il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, che ha palesato tutti i dubbi e le perplessità sui servizi resi dall’ospedale. Così, come hanno evidenziato anche Gullotta e gli altri, è emerso che la chirurgia d’urgenza chiude nel pomeriggio per mancanza di personale e chirurghi, che il Punto di primo intervento al Pta è poco utilizzato mentre al Pronto soccorso si scoppia di lavoro e che nel reparto di ostetricia e ginecologia i letti nelle stanze sono molti di più di quelli che dovrebbero essere, oltre a tante altre criticità in un ospedale che in tanti considerano abbandonato a se stesso e piano piano depauperato a vantaggio degli ospedali dell’area metropolitana. Ovviamente si è tutti in attesa dell’approvazione della nuova rete ospedaliera, e anche per questo, per il direttore La Rocca non ci potrà essere per l’ospedale di Bronte nulla di più di quanto ha già, a eccezione del potenziamento del Pronto soccorso, dove saranno investiti 800mila euro, e a cui sarà affiancato il Punto di primo intervento per alleviarne gli impegni. Insomma parziali e minime aperture per un dibattito che rimane aperto in attesa del nuovo piano della rete ospedaliera. L. S. Fonte “La Sicilia” del 12-07-2018