Catania. La magistratura catanese nel 2010 indaga per la vicenda termovalorizzatore a Paternò e, per caso, l’inchiesta porta ad un altro filone, quello che fa scattare l’indagine per voto di scambio e che vede coinvolti, tra gli altri, il sindaco di Bronte, Pino Firrarello e un imprenditore paternese. Voti in cambio di posti di lavoro, di quattro persone, da sistemare, secondo l’ipotesi avanzata dai sostituti procuratori Antonino Fanara e Andrea Bonomo, in una delle imprese edili dei fratelli. Conclusa l’attività investigativa i pm hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini. Nella lista oltre a Firrarello e l’uomo, comparirebbero anche i quattro uomini, segnalati per essere assunti, e l’ex deputato regionale, Fabio Mancuso che, invece, nega di aver ricevuto un avviso di garanzia. Intanto, il sindaco Firrarello si è presentato in Procura, a Catania, per essere interrogato dai magistrati che seguono il caso. Sott’esame finiscono le ultime elezioni comunali a Bronte, svoltesi nel 2010 e che hanno visto la vittoria di Pino Firrarello, tra i leader storici del partito di Forza Italia prima, del Pdl poi. In particolare si parla di un’intercettazione telefonica (non chiaro se nel fascicolo di oltre 5 mila pagine, ve ne siano altre), dove due persone, una delle quali sarebbe un uomo vicino al sindaco Firrarello, parlano della possibile assunzione di quattro uomini nell’impresa edile dell’uomo, simpatizzante di Forza Italia, partito per il quale si candidò, senza successo, al consiglio comunale paternese, nella tornata elettorale del 2002, l’uomo, secondo l’ipotesi accusatoria, si sarebbe dimostrato disponibile ad assumere le persone segnalate, la contropartita sarebbe stata quella del sostegno elettorale all’ex senatore Firrarello dei quattro assunti. Negano, con forza, le accuse gli indagati, evidenziando che l’indagine non sarebbe sorretta da elementi reali, comprovanti il presunto voto di scambio. «Ho chiarito già tutto al pm – afferma il sindaco di Bronte, Pino Firrarello -. Io non conosco le persone di cui si parla. Non è vero nulla. l’imprenditore non l’ho mai incontrato. Sono accuse infondate, io non ho promesso assunzioni». E poi una dichiarazione al vetriolo: «Se durante la campagna elettorale qualcuno, sollecitato dall’onorevole Mancuso, abbia potuto dare dei nomi per lavorare con lui, io, lo ribadisco, non ne so nulla. Sono tranquillo e fiducioso nel lavoro della magistratura». Non si fa attendere la risposta dell’ex deputato adranita, Fabio Mancuso: «Le indagini, come emerge dagli atti, sono chiuse e nei miei confronti non vi è alcuna ipotesi per voto di scambio; per Firrarello invece sì. Per quanto mi riguarda la questione del voto di scambio e dell’inceneritore di Paternò sono una bufala; la magistratura non mi ha mai notificato nulla su tale indagine. Ho comunque massimo rispetto delle indagini. Tra l’altro – conclude Mancuso – non conosco nessuno, e ripeto non mi sono interessato assolutamente di nulla. Consiglierei a Firrarello, visto che mi tira in causa, di verificare se tra i suoi collaboratori non c’è qualcuno che, invece, si è interessato». In realtà l’indagine per la costruzione di un inceneritore da far sorgere a Paternò, non è legata a quest’inchiesta ma da essa nasce per delle intercettazioni fatte nei confronti di persone coinvolte nella prima attività investigativa. Ed intanto, smentisce la ricostruzione dei fatti anche l’imprenditore che parla attraverso il suo difensore, l’avvocato Rosario Pennisi: «lui e Firrarello non si sono mai incontrati e neanche si conoscono. Inoltre, il mio assistito, non conosce neanche le persone indicate per essere assunte, né ha mai sentito parlare di loro. L’impresa non ha mai promesso nessuna assunzione nelle sue società in cambio di voti». Ma chi sono i quattro segnalati? Si tratta di quattro persone di Bronte che non sarebbero mai state assunte nell’impresa. Per avere maggiori dettagli di questa vicenda non resta, dunque, che attendere l’evolversi dei fatti giudiziari.
Mary Sottile Fonte “La Sicilia” del 31-10-2013