Randazzo tira un sospiro di sollievo, perché il bovino trovato sull’Etna non era morto di carbonchio. Maniace festeggia, perché ormai sono 15 giorni che non muoiono capi di bestiame e questo, secondo le indicazioni dell’Asp, significa che l’infestazione è stata debellata. Solo il territorio di Bronte ancora rimane sotto osservazione, ma fra 3 giorni anche la città del pistacchio potrà cantare vittoria. Si avvia quindi alla normalità la situazione sui Nebrodi, con i sindaci di Randazzo e Maniace che hanno già revocato le proprie ordinanze che elencavano i provvedimenti da intraprendere per contrastare il carbonchio. E se Nino Cantali, sindaco di Maniace, si limita a darne notizia ringraziando l’Asp per gli interventi e gli allevatori per la collaborazione, Michele Mangione, primo cittadino di Randazzo, oltre ai ringraziamenti, punta il dito contro quei media online che hanno diffuso notizie errate e allarmanti: “Ho immediatamente revocato l’ordinanza – ci spiega – non appena il Servizio veterinario del distretto di Bronte mi ha notificato l’esito negativo delle analisi trasmesse dall’Istituto zooprofilattico sul bovino trovato morto nelle campagne di Randazzo. L’esito delle analisi esclude il versante etneo e randazzese dal contagio”. Poi continua: “In questi giorni si è diffuso un ingiustificato allarme che sta causando delle conseguenze economiche negative. Ma ciò che rende ancora più sgradevole la vicenda è la diffusione di notizie false o distorte diffuse anche da alcune testate online che, se avessero letto davvero l’ordinanza (anzi, le ordinanze dei quattro sindaci), avrebbero certamente garantito un’informazione più corretta”. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 20-10-2016